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]]>Partner scientifico sarà Humanitas Medical Care, la rete di centri medici e centri prelievi di Humanitas da sempre al fianco di chi ama uno stile di vita sano e attivo, che sarà presente all’evento con il “Village della prevenzione”. Sempre insieme agli specialisti dell’ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza (VA), con l’obiettivo di essere ancora più vicini ai pazienti, seguendo ogni loro esigenza, dalla prevenzione al trattamento, e per garantire continuità di cura.
Ad accogliere le partecipanti nell’oasi della salute, oltre agli specialisti del centro medico Humanitas di Varese, che quest’anno si amplia con un nuovo spazio dedicato alla prevenzione di tutta la famigliain via San Michele Arcangelo 2, saranno presenti anche i professionisti dell’ospedale di Castellanza: fisioterapisti, radiologhe senologhe e senologi saranno a disposizione di tutte le runner per consulti gratuiti. Ad affiancarli anche infermieri, per la prova della pressione e della saturimetria.
Al fianco degli specialisti Humanitas, in occasione del mese dedicato alla lotta contro il tumore al seno, saranno presenti anche le testimonial di Sorrisi in Rosa, il progetto di Humanitas nato per sensibilizzare sul tema della prevenzione senologica, a partire dall’esperienza di donne protagoniste di storie di malattia e rinascita.
In occasione della corsa, infatti, StraWoman sosterrà Fondazione Humanitas per la Ricerca, charity partner dell’evento.
Appuntamento domenica 6 ottobre a Varese ai Giardini Estensi:
All’arrivo oltre un rinfresco anche defaticamento, premiazioni e tante medaglie di partecipazione. Non solo, ad attendere le runner al Village ci saranno anche i gadget firmati Humanitas Medical Care e un photowall in cui scattare foto per diventare i volti della prevenzione.
La quota di iscrizione comprende t-shirt tecnica, bag e pettorale gara, medaglia di partecipazione, ristoro finale, gadget offerti dai partner dell’evento, assicurazione gara e assistenza medica.
L’iscrizione è online tramite il sito. Clicca qui per iscriverti (fino a sabato 5 ottobre).
Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito StraWoman.
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]]>The post Montagna. La meta ideale in caso di asma e allergie respiratorie appeared first on Materdomini.
]]>Mentre in pianura e nelle città, l’inquinamento e la presenza di allergeni diventano fattori responsabili dell’insorgenza e dell’aggravamento dell’asma e delle allergie respiratorie; la montagna può essere la soluzione ideale. Numerose ricerche scientifiche, infatti, hanno studiato e confermato le proprietà terapeutiche dell’ambiente montano per colore che sono interessati da asma o allergie respiratorie. Approfondiamo l’argomento con il dottor Massimiliano Appodia, pneumologo in Humanitas Mater Domini nei centri medici Humanitas Medical Care.
In montagna, le caratteristiche climatiche e ambientali si modificano in modo più evidente con il progredire della quota. Salendo, infatti, si ha una progressiva riduzione dell’ossigeno, della densità dell’aria, dell’umidità, della temperatura, degli allergeni inalati e dell’inquinamento dell’aria. Sostanzialmente, in montagna si respira un’aria più fresca, meno umida, più leggera, più pulita e con meno allergeni. Pertanto, le persone con asma potrebbero trovare sollievo in montagna respirando meglio che in città e in pianura.
Le variazioni climatiche ed ambientali sono progressive con il salire dell’altitudine e questo ha portato alla classificazione della quota in bassa (fino a 1500 m), moderata (dai 1500 m ai 2500 m), alta (dai 2500 m ai 3500 m), altissima fino ai 5500 m ed estrema sopra i 5500 m. Le risposte di adattamento dell’organismo cominciano al di sopra dei 1500-2000 m e sopra i 2500 m, invece, inizia ad essere necessaria una corretta acclimatazione e possono presentarsi i sintomi del mal di montagna.
L’altitudine ideale è tra i 1500 e i 2000 metri. A questa quota, l’adattamento all’altitudine è più facile e si concentrano le migliori caratteristiche che definiscono la salubrità dell’aria e i vantaggi del soggiorno in montagna sono più evidenti.
“Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che un soggiorno prolungato a quota moderata migliora i parametri clinici e funzionali e riduce la necessità di terapia negli asmatici. La montagna, quindi, dimostra di avere delle caratteristiche che la rendono un ambiente adatto per i programmi terapeutico-riabilitativi dell’asma. È stato dimostrato, inoltre, che soggiorni terapeutico-riabilitativi in ambiente alpino, a quote moderate, comportano un minor numero di riacutizzazioni e ospedalizzazioni, un miglioramento della funzionalità respiratoria, una diminuzione dell’infiammazione delle vie respiratorie, una ridotta necessità di farmaci, una diminuzione dei sintomi respiratori e un miglioramento della capacità di esercizio fisico. Tutto questo contribuisce al miglioramento clinico osservato nel controllo dell’asma e nella qualità della vita”, spiega lo specialista.
Occorre invece fare molta attenzione alla scelta di salire a quote più elevate, essendo ancora pochi gli studi che hanno coinvolto gli asmatici ed è consigliato consultarsi con uno pneumologo per valutare la gravità, il controllo dell’asma e la presenza di altre condizioni che possono controindicare la salita a quote superiori ai 2000-2500 metri.
Negli ultimi anni, le evidenze scientifiche supportano la terapia forestale come pratica complementare per la promozione del benessere psicofisico dell’individuo attraverso gli effetti preventivi e terapeutici delle foreste sulla salute.
Gli alberi forestali sempreverdi, specialmente nei mesi caldi, emettono una grande varietà di diversi composti organici volatili, soprattutto monoterpeni, che una volta rilasciati nell’atmosfera, dove esercitano attività biologiche, se respirati rivelano benefici sulla salute.
In particolare, una recente ricerca sperimentale (Pediatric Pulmonology 2022;57:2116–2121) realizzata presso il Lago di Misurina (Belluno, Veneto) da un gruppo di ricerca composto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Club Alpino Italiano, assieme all’Istituto Pio XII di Misurina e alle Università di Parma, Ferrara e Verona, ha dimostrato come i composti organici volatili emessi dagli alberi possono migliorare le condizioni respiratorie di bambini e adolescenti asmatici.
L’asma in montagna può migliorare, ma è comunque necessario seguire alcuni consigli:
Riferimenti bibliografici
• Alpine altitude climate treatment for severe and uncontrolled asthma: An EAACI position paper. Allergy. 2022;00:1–34. DOI: 10.1111/all.15242
• Medicina e Salute in Montagna. Cogo Annalisa. Editore: HOEPLI. 2015 (seconda edizione)
• Terapia Forestale. CNR e CAI.. 2022 (https://www.cai.it/il-nuovo-libro-sulla-terapia-forestale/)
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]]>The post Laparocele: che cos’è e quali sono i sintomi? appeared first on Materdomini.
]]>Quali sono i sintomi che lo accompagnano? Come si cura il laparocele? Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco Rovagnati, chirurgo generale presso Humanitas Mater Domini di Castellanza e Humanitas Medical Care di Arese e di Monza, e specialista in chirurgia mininvasiva di parete.
Il laparocele è la fuoriuscita dei visceri attraverso un orifizio della parete addominale. Simile ad un’ernia ma con la differenza che la porta erniaria si forma per il cedimento del tessuto cicatriziale della sutura di una precedente incisione chirurgica.
Le cause del laparocele possono essere individuate da una parte, in fattori che alterano una corretta cicatrizzazione e dall’altra, in fattori meccanici che provocano il cedimento della cicatrice.
Alterazione del processo cicatriziale:
Fattori meccanici (tutto ciò che può aumentare la pressione intraddominale):
Come già detto, il laparocele si presenta come una tumefazione e come tale, occupando uno spazio non fisiologico, spesso genera fastidio, pesantezza e sensazione di ingombro; altre volte non presenta alcun sintomo e dunque, essere solamente visibile come una tumefazione di consistenza molle, spesso riducibile in posizione supina. I sintomi possono manifestarsi con maggior probabilità quando si trascorre molto tempo in piedi, oppure durante un’attività fisica o in caso di sforzi addominali intensi, come semplicemente colpi di tosse o starnuti. Come tutte le ernie che si complicano, anche il laparocele diventa fortemente sintomatico: dolore improvviso, accompagnato da un rapido aumento di dimensioni dell’ernia che cambia di consistenza diventando dura. Spesso nella complicanza si associano i seguenti sintomi:
Se non trattato, il laparocele diventa sempre più grande provocando sia alterazioni della cute sovrastante, perché si assottiglia, diventando ischemica o più soggetta ad infezioni, sia problemi nel respiro, poiché si altera la meccanica respiratoria e i valori pressori toraco-addominali non si mantengono nei parametri normali.
Un’altra complicanza è legata al contenuto dell’ernia che può strozzarsi e generare sofferenza viscerale per arrivare anche all’infarto intestinale.
In casi in cui le complicanze diventano particolarmente severe può essere necessario intervenire d’urgenza mediante la chirurgia. Bisogna tener ben presente che l’intervento urgente è mirato a risolvere l’evento acuto, cioè la complicanza, senza però poter risolvere in modo definitivo il laparocele, che spesso poi si ripresenta. Quindi bisognerebbe affrontare il laparocele con un intervento eseguito in elezione.
Innanzitutto, è fondamentale l’esecuzione di una TAC dell’addome per lo studio preciso del difetto di parete e per poter definire al meglio quale sia la miglior tecnica chirurgica per il suo trattamento.
L’intervento chirurgico per correggere un laparocele è eseguito sempre in anestesia generale.
Le tecniche possono essere tradizionali, quindi con un lungo taglio che ricalca la cicatrice dell’intervento precedente, oppure può essere eseguito per via laparoscopica tramite delle centimetriche incisioni attraverso le quali il chirurgo inserisce la telecamera e gli strumenti necessari per l’intervento.
La scelta della tecnica è a discrezione del chirurgo e sarà “tailored”, cioè personalizzata in base alle caratteristiche del paziente da operare. L’esperienza del chirurgo, specializzato in chirurgia di parete, potrà offrire soluzioni sempre più personalizzate.
Partendo dal fatto che dopo un intervento chirurgico, la probabilità che si formi nella propria vita un laparocele, varia dal 20 all’80%, si può provare a prevenire il laparocele attenendosi alle indicazioni degli specialisti sulla gestione del periodo post-intervento della chirurgia addominale.
In presenza di ferite di dimensioni importanti, occorre riposare adeguatamente e limitare gli sforzi nelle settimane-mesi successivi all’operazione, favorendo però un’adeguata deambulazione. In alcuni casi, lo specialista indica la necessità di eseguire una fase di riabilitazione durante la quale eseguire regolarmente esercizi di rinforzo della parete addominale ed esercizi respiratori specifici, con il supporto di fisiatra e fisioterapista.
Dopo un intervento chirurgico addominale è sempre bene tenere sotto controllo il proprio peso (obesità e sovrappeso sono infatti considerati fattori di rischio), perseguire una correzione accurata di un eventuale diabete, seguire una dieta equilibrata, praticare regolarmente attività fisica e smettere di fumare.
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]]>The post Trattamento per la scoliosi nell’adolescente: come funzionano i corsetti? appeared first on Materdomini.
]]>Senza un trattamento adeguato, la scoliosi può evolvere nel tempo, peggiorando fino a richiedere un intervento chirurgico. Individuare le scoliosi nelle fasi iniziali consente di poter intervenire con un approccio di tipo conservativo senza cioè ricorrere alla chirurgia. L’approccio conservativo con corsetti ed esercizi viene realizzato ad hoc per il paziente, cioè è mirato a quello specifico paziente per quella specifica curva di scoliosi.
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Maria Petruzzi, Ortopedico Vertebrale specialista in Scoliosi e Deformità vertebrali presso Humanitas Mater Domini.
In età evolutiva la scoliosi si distingue principalmente in due categorie:
La scoliosi idiopatica è una deformità che può comparire in varie fasi della vita, soprattutto nei periodi di maggiore crescita ossea, ovvero tra 6 e 24 mesi, tra 5 e 8 anni, e durante la pubertà. Dopo questi picchi, il processo evolutivo tende a rallentare, terminando a fine crescita ossea.
Durante la visita ortopedica per scoliosi, in presenza di asimmetrie corporee sospette, lo specialista richiede una radiografia della colonna completa in ortostasi (in posizione eretta) attraverso la quale potrà diagnosticare la scoliosi o di atteggiamento scoliotico.
L’atteggiamento scoliotico con le sue asimmetrie corporee può simulare una scoliosi, ma a differenza della scoliosi, non ha la rotazione vertebrale.
In presenza di asimmetrie corporee è molto importante comprendere se siamo in presenza di un atteggiamento scoliotico o in presenza di una scoliosi perchè la scoliosi è evolutiva nel tempo e dobbiamo fermarla il prima possibile, l’atteggiamento scoliotico invece non è evolutivo nel tempo.
I corsetti sono tutori ortopedici del tronco, di varia forma e materiale, che guidano la crescita della colonna vertebrale lungo una direzione corretta. Permettono di ridurre la curva di scoliosi e di migliorare l’estetica del corpo.
Ne esistono di vari tipi e la scelta del tipo di corsetto, della durata del trattamento e delle ore indossate viene effettuata dell’ortopedico specialista in scoliosi in base all’età del paziente, in base al grado di maturazione ossea, dall’entità e dalla rigidità della curva di scoliosi.
I primi corsetti nella storia permettevano solo di mantenere lo stato iniziale della scoliosi al momento della diagnosi senza correggerla, ma studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia dei nuovi corsetti anche nella correzione, con riduzione dei gradi della curva di scoliosi, sempre che la diagnosi sia fatta in una fase iniziale.
Infatti, più morbida è la curva al momento della diagnosi, maggiore è la possibilità di correggerla. Si sottolinea, quindi, l’importanza di una diagnosi precoce per evitare il riscontro di curve già gravi.
Fonte: 2016 SOSORT guidelines: orthopaedic and rehabilitation treatment of idiopathic scoliosis during growth
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]]>The post Premenopausa: come riconoscerla e affrontarla appeared first on Materdomini.
]]>Riconoscere i segnali della premenopausa è fondamentale per affrontarla con più serenità e maggiore vitalità.
Quali sono questi sintomi e quando rivolgersi al medico? Ne parla la dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.
Durante la premenopausa, le fluttuazioni ormonali tipiche del ciclo mestruale diventano meno regolari. Questo periodo, chiamato anche “fertipausa”, è caratterizzato da un rapido calo della fertilità e conseguente difficoltà ad avere una gravidanza spontanea. Le alterazioni del ciclo possono variare da lievi a molto consistenti, sino a fastidiose. Il regolare equilibrio viene meno: le mestruazioni diventano più scarse oppure più abbondanti, possono anticipare il periodo dell’arrivo oppure ritardare e, infine, la durata del ciclo può diminuire o aumentare.
I segnali più comuni della premenopausa possono includere:
A queste condizioni, possono aggiungersi anche altri segnali, quali:
La diagnosi di premenopausa si basa principalmente sui sintomi riportati e sull’anamnesi medica, oltre alla visita ginecologica e l’ecografia. Inoltre, possono essere eseguiti test ormonali quali il dosaggio degli estrogeni, progesterone, FSH e LH, per valutare lo stato ormonale e definire, così, il trattamento più adeguato.
Tra i trattamenti possono esserci:
È importante mantenere anche uno stile di vita sano che comprende un attenzione alla dieta, povera di zuccheri e ricca di fibre, proteine, calcio e vitamina D per preservare il benessere delle ossa, abbondante idratazione, regolare attività fisica. Il consiglio è evitare alcol e fumo.
Fonti
SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia)
AIGE (associazione italiana ginecologia endocrinologica)
SIM (società italiana di menopausa)
Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379
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]]>The post Cosa mangiare quando fa caldo? Decalogo per l’estate appeared first on Materdomini.
]]>Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioOpuscoliCaldo.jsp?lingua=italiano&id=147
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]]>The post Consigli per gestire il caldo nell’ambiente lavorativo appeared first on Materdomini.
]]>Le principali patologie associate al caldo sono:
Alcuni infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore. Le elevate temperature, infatti, possono causare malori o ridurre l’attenzione e, quindi, aumentare il rischio di infortuni. Gli infortuni più frequenti sono incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni o amputazioni.
Chiamare il 118. Fino all’arrivo dei soccorsi è importante assistere la persona attraverso alcune semplici azioni:
Alcune caratteristiche personali possono aumentare la possibilità di colpo di calore:
Esistono anche fattori legati al luogo di lavoro, ad esempio:
Si tratta principalmente di coloro che svolgono attività lavorative all’aperto, impieghi complessi, pesanti e che vengono programmati principalmente d’estate. Questi lavori, dunque, espongono il lavoratore durante le ore più calde della giornata e ad elevato rischio di stress termico (generalmente dalle 14.00 alle 17.00).
I lavoratori all’aperto ricevono circa 3 volte la dose di radiazioni UV dei lavoratori indoor. Non solo, anche quando il cielo è nuvoloso si è esposti alla radiazione solare UV. Le nuvole, infatti ,non bloccano il passaggio dei raggi ultravioletti. Le protezioni individuali, quindi, sono necessarie per ridurre l’esposizione, soprattutto se non si dispone di ombra o ripari.
Gli agricoltori che indossano il cappello possono avere sulla fronte una dose di radiazioni 6 volte minore, sul naso 3 volte minore e sulle guance 2 volte minore.
I lavoratori più a rischio sono gli operai addetti a trasporto e produzione di materiali, addetti a macchinari e utensili, lavoratori all’aperto (come manovratori, installatori, asfaltatori, cantonieri stradali, cavatori, edili, agricoltori, addetti alla pesca).
Per il lavoratore, la prevenzione passa da alcuni semplici passi:
Rimane sempre importante informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza, in caso di colpo di calore. Per i lavoratori più suscettibili allo stress termico, consultare uno specialista in medicina del lavoro.
Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioOpuscoliCaldo.jsp?lingua=italiano&id=344
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]]>The post Cosa fare per difendersi dal caldo? appeared first on Materdomini.
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]]>The post La dott.ssa Carmine Fantò nuova responsabile della radiologia senologica di Humanitas Mater Domini appeared first on Materdomini.
]]>“Il mio obiettivo”, dichiara la dott.ssa Fantò, “è quello di creare percorsi di diagnosi per immagini altamente personalizzati, tenendo conto delle specificità individuali di ogni singola paziente, come l’allattamento, la presenza di protesi, la storia familiare e la densità mammografica. Non si tratta solo di eseguire degli esami”, continua la professionista, “ma di integrare la diagnostica per immagini nella realtà personale di ogni paziente, includendo donne asintomatiche, sintomatiche, con familiarità, con mutazioni genetiche e già operate, per seguire con attenzione i loro controlli periodici”, conclude la dottoressa.
La dott.ssa Fantò si è specializzata in Radiodiagnostica a Verona con un approfondimento in Senologia Radiologica, attraverso un Master multidisciplinare in Senologia.
Prima di entrare a far parte di Humanitas Mater Domini, ha ricoperto il ruolo di Responsabile per la Struttura semplice screening mammografico presso l’APSS di Trento. Qui ha lavorato intensamente sulla programmazione e comunicazione anche attraverso associazioni di volontariato. È membro del comitato scientifico “Lotus, oltre il tumore al seno”, un’associazione dedicata alla sensibilizzazione del tumore al seno.
La dott.ssa Fantò ha collaborato con l’oncologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento per sviluppare percorsi di diagnosi mirati per le donne sottoposte a trattamenti neoadiuvanti, con l’obiettivo di dedicare a queste pazienti una medicina personalizzata e di precisione. Inoltre, ha approfondito lo studio delle protesi al seno, con particolare interesse all’estetica femminile.
La dott.ssa Fantò è stata coinvolta in vari progetti come responsabile, tra cui importanti campagne di sensibilizzazione sulle tematiche della mammografia con mezzo di contrasto e sulla tomosintesi, ossia la mammografia in 3D.
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]]>The post Le indicazioni per accedere in Humanitas Mater Domini in sicurezza appeared first on Materdomini.
]]>Il riferimento è alla Circolare del Ministero della Salute del 01/07/2024 “Raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute” e alla Nota di Regione Lombardia prot. n. G1.2024.0026189 del 01/07/2024
Dal 1° luglio non sono più in vigore le disposizioni relative alla prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 previste dalla Circolare Ministeriale del 27 dicembre 2023.
Con riferimento alla Circolare del Ministero della Salute del 01/07/2024 “Raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute” e la Nota di Regione Lombardia prot. n. G1.2024.0026189 del 01/07/2024, seguono gli aggiornamenti riguardo le disposizioni per l’uso dei dispositivi di protezione respiratoria, l’esecuzione di tamponi e l’ingresso di visitatori e accompagnatori.
Per gli operatori sanitari, pazienti, caregiver, accompagnatori e visitatori l’obbligo di utilizzo della mascherina decade, ma rimane:
Rimane l’obbligo di eseguire il tampone in alcuni casi specifici:
In caso di tampone nasofaringeo con esito positivo nel momento del pre-ricovero, il ricovero sarà riprogrammato secondo le tempistiche indicate dallo specialista curante e dopo negativizzazione.
I pazienti ricoverati, invece, saranno isolati e gestiti secondo i protocolli di sicurezza dell’ospedale.
Sono consentite 2 visite al giorno per ogni paziente ricoverato, negli orari specificati per ogni degenza, con la presenza di 1 solo visitatore alla volta (ad esclusione dei casi di paziente minorenne, persone con disabilità, fine vita oppure se si dispone di specifica autorizzazione da parte del medico tutor o del coordinatore infermieristico).
Le visite possono essere autorizzate dal personale di reparto anche in orario dei pasti, soprattutto a favore di pazienti con necessità maggiori di assistenza.
Si ricorda l’importanza di rinviare la visita in caso di segni e/o sintomi di malattia infettiva respiratoria, per la sicurezza del paziente ricoverato. Rimane importante anche una corretta igiene delle mani come strumento principale di prevenzione.
Per conoscere gli orari di visita è possibile consultare le pagine dedicate:
Per altri approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate:
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]]>The post Laboratori di bellezza gratuiti per donne in terapia oncologica: l’iniziativa de La forza e il sorriso Onlus in Humanitas Mater Domini appeared first on Materdomini.
]]>Sono oltre 50 gli enti e le strutture sanitarie già presenti in tutta Italia che hanno abbracciato il progetto de La forza e il sorriso Onlus. Si unisce anche l’ospedale Humanitas Mater Domini con i suoi professionisti, in stretta collaborazione con la senologia e Insieme con Humanitas.
«Sono molto orgogliosa dell’avvio di questa nuova iniziativa perché rientra all’interno del percorso multidisciplinare e integrato di trattamento della patologia e presa in carico delle nostre pazienti – sottolinea la dott.ssa Simona Sancini, Direttrice Sanitaria di Humanitas Mater Domini. Si va oltre la malattia, verso il benessere psicologico e psicofisico, non di minore importanza durante il percorso di cura. Questa iniziativa, inoltre, si aggiunge alle campagne di prevenzione e diagnosi precoce dedicate alla salute femminile che l’ospedale e i suoi centri medici organizzano nel corso di tutto l’anno».
«Sono lieta di comunicare l’avvio di un nuovo sodalizio con un’altra sede della grande famiglia Humanitas con cui collaboriamo da diversi anni – dichiara Anna Segatti, Presidente de La forza e il sorriso Onlus. In particolare, in Humanitas Gavazzeni di Bergamo, Humanitas San Pio X di Milano e in Humanitas di Rozzano, si aggiunge il quarto tassello di un virtuoso mosaico che va ad arricchire ulteriormente la Lombardia, la regione che conta più sedi e associazioni coinvolte: Humanitas Mater Domini di Castellanza! La forza e il sorriso Onlus, infatti, si espande sempre di più grazie al fiorire di nuove collaborazioni in tutta Italia. L’obiettivo, invece, da oltre 15 anni, rimane radicato e immutato: abbracciare le donne colpite da tumore e far riscoprire loro piccole ma fondamentali gioie della vita: ritrovare allo specchio sorrisi, espressioni, sguardi, consapevolezze di sé che la malattia tende ad accantonare. Lo facciamo attraverso i nostri laboratori di make-up e skincare, occasioni di condivisione, benessere, sana spensieratezza, classi del “volersi bene”. Un mio sentito grazie va ai volontari coinvolti, dal personale medico ai beauty coach, e alla fiducia che le partecipanti ripongono in noi!».
L’iniziativa, che non interferisce con le cure mediche né intende in alcun modo sostituirsi a esse, si traduce dunque nella realizzazione di laboratori di bellezza gratuiti per aiutare le partecipanti a riconquistare senso di benessere ed autostima, senza rinunciare alla propria femminilità. I laboratori di bellezza realizzati da La forza e il sorriso Onlus prevedono un gruppo di 4-6 donne, che si riunisce per circa due ore insieme a un beauty coach per imparare utili accorgimenti e consigli pratici, al fine di mascherare gli effetti secondari delle terapie oncologiche, tramite il trattamento della pelle e l’applicazione del make-up. Il tutto con il supporto della psicologa dell’ospedale, che segue l’incontro e sostiene le partecipanti in caso di necessità.
«Prendersi cura di sé, dedicandosi del tempo avendo cura del proprio aspetto e della propria femminilità, favorisce il benessere psicologico, migliora la stima di sé, aiuta a sentirsi meglio. Proprio per questo i laboratori di bellezza offrono alle donne che stanno affrontando percorsi di cure oncologiche un’esperienza piacevole e rilassante, per stare bene insieme, sentirsi belle e ricaricarsi di positività» – afferma la dottoressa Paola Della Porta, psicologa di Humanitas Mater Domini.
Durante il laboratorio viene donato ad ogni donna presente un kit ricco di prodotti cosmetici per il make-up e la cura della pelle. La beauty bag offerta servirà per esercitarsi e mettere in pratica in autonomia i consigli appresi dai consulenti di bellezza.
Per conoscere le prossime date ed avere informazioni sull’iniziativa è possibile contattare Mariolina Belloli, Coordinatrice Insieme con Humanitas (0331 476339 [email protected]) oppure Simona Canti (0331 476325 – [email protected]).
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]]>The post Sushi: è un alimento nutriente? appeared first on Materdomini.
]]>Il sushi è un piatto che può offrire numerosi benefici nutrizionali, grazie a:
Il riso, sempre presente nel sushi, caratterizza questa preparazione come ricca di carboidrati ma si evidenziano anche proteine ad alto valore biologico derivanti dalla carne, dal pesce e dalle uova, e lipidi di qualità mista, sia saturi che insaturi con un notevole apporto di acidi grassi essenziali. Il quantitativo vitaminico è buono ma non completo, manca soprattutto la vitamina C, mentre quello minerale pare abbastanza eterogeneo anche se, con queste porzioni di carne, pesce, uova e tofu, raggiungere i livelli raccomandati di calcio e ferro non è impresa facile. L’unico dettaglio degno di nota è la carenza di fibra alimentare ed in particolar modo di quella solubile.
Si consiglia di integrare un’alimentazione a base di sushi con frutta e verdura.
Accanto ai benefici, il consumo di sushi può essere anche rischioso se non viene rispettato il corretto iter di preparazione del pesce crudo. Quest’ultimo, infatti, deve essere abbattuto a temperature inferiori ai -20°C per almeno 24 ore per eliminare la maggior parte dei batteri e parassiti nocivi per la salute.
È sconsigliato il consumo di sushi a:
Come per ogni alimento, importante è la moderazione nel consumo.
Il sushi può essere un pasto completo se consumato con equilibrio. Le formule “all you can eat”, a volte, possono portare ad un consumo eccessivo, rendendo questo pasto meno salutare.
Nei ristoranti fusion, inoltre, il sushi può essere arricchito con ingredienti ipercalorici come salse, maionese, formaggio, frutta e persino foie gras, che ne aumentano significativamente l’apporto calorico.
Quindi, sì al sushi ma con attenzione e moderazione.
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]]>The post Humanitas Mater Domini: chiusure estive 2024 appeared first on Materdomini.
]]>Building 1 (Via Gerenzano, 2 – Castellanza)
L’attività ambulatoriale e il Punto Prelievi saranno chiusi nella giornata di giovedì 15 agosto. Il 16 e il 17 agosto l’attività ambulatoriale si svolgerà fino alle ore 14:00.
Dal 12 al 14 agosto l’Accettazione presente nell’area di Endoscopia e Gastroenterologia Digestiva osserverà l’orario ridotto dalle 07:30 alle 16:00, mentre il 16 agosto l’attività concluderà alle 14:00
Dal 10 al 18 agosto il building 3 sarà chiuso. L’attività ambulatoriale è garantita nel building 1.
Rimarrà chiuso durante la giornata del 15 agosto, mentre sabato 17 agosto rimarrà aperto fino alle 14.00.
Rimarrà chiuso da lunedì 12 a martedì 20 agosto.
L’Ufficio ricoveri SSN osserverà i seguenti orari:
L’ufficio rimarrà chiuso nelle giornate di giovedì 15 e venerdì 16 agosto.
L’attività riprenderà regolarmente da lunedì 09 settembre. Per la richiesta di eventuali certificati di ricovero è possibile lasciare al personale infermieristico i propri recapiti per essere ricontattati.
Il call center dell’Ufficio ricoveri SSN osserverà i seguenti orari:
La regolare attività riprenderà lunedì 09 settembre.
L’Ufficio ricoveri solventi presente nel Building 3 osserverà i seguenti orari:
Invece, l’Ufficio al 4° Piano Torre del Building 1 osserverà i seguenti orari:
L’ufficio ricoveri solventi (sia al building 1 che 3) rimarrà chiuso tutti i sabati dal 27 luglio al 31 agosto e durante le giornate di giovedì 15 e venerdì 16 agosto. La regolare attività riprenderà lunedì 2 settembre.
Il call center dell’Ufficio ricoveri solventi osserverà i seguenti orari:
Il call center rimarrà chiuso tutti i sabati a partire dal 27 luglio fino al 31 agosto. La regolare attività riprenderà lunedì 2 settembre.
Per maggiori informazioni riguardo le chiusure dei centri medici di Arese, Busto Arsizio, Lainate e Varese è possibile visitare il sito www.humanitas-care.it
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]]>The post Protesi di ginocchio e anca: robotica, intelligenza artificiale ed algoritmi accanto al paziente nel percorso di cura appeared first on Materdomini.
]]>L’innovativo percorso, che vede la robotica affiancare gli specialisti dall’analisi pre-operatoria all’intervento è studiato per rispondere in modo sempre più personalizzato alle esigenze del singolo paziente e garantire un recupero più rapido ed efficiente, ed è frutto del lavoro sinergico tra medici, Robotica e Intelligenza Artificiale: nella pianificazione preoperatoria, il robot in “camice bianco” che affianca il chirurgo ortopedico permette di sfruttare il supporto di sensori e strumenti chirurgici collegati a software 3D per un’analisi dettagliata del movimento del ginocchio e la ricostruzione tridimensionale dell’anatomia delle superfici di tibia e femore. Il robot aiuta ad essere ancor più precisi nel posizionamento della protesi e questo rende più confidente l’impianto, con possibilità di durata maggiore nel tempo. L’intervento risulta estremamente personalizzato sul singolo paziente oltre che mininvasivo.
Nella fase operatoria, invece, l’analisi scientifica dei dati anatomici, di movimento e di stabilità dell’articolazione potenzia la precisione del chirurgo nel posizionamento della protesi.
Tutto questo si traduce in un più rapido recupero postoperatorio del paziente, che dopo poche ore dall’intervento può muovere il ginocchio e, dal giorno seguente, camminare.
L’intervento di protesi d’anca si esegue con il supporto di un sistema di navigazione computerizzato che, grazie all’algoritmo di calcolo di cui è dotato, restituisce al chirurgo ortopedico dati oggettivi sulle dimensioni e sull’orientamento che le componenti protesiche dovranno rispettare per garantire un impianto estremamente personalizzato sull’anatomia del paziente.
Grazie all’integrazione delle immagini dell’articolazione acquisite nelle fasi pre e intraoperatorie, la tecnologia permette allo specialista di studiare con maggior precisione la morfologia del paziente, identificare le componenti protesiche più adeguate e vedere in anticipo l’esito dell’intervento. Il tutto senza inserire sul bacino e sulla gamba tracker metallici caratteristici, invece, dei sistemi di navigazione tradizionali.
Oggi, la precisione del chirurgo ortopedico viene potenziata dalla tecnologia, traducendosi in diversi vantaggi per il paziente: dalla riduzione del rischio – già raro – di lussazione post-operatoria ad una maggior stabilità muscolare, fino all’aumento della durata dell’impianto. Non solo. Anche una migliore confidenza con l’articolazione protesizzata e un più preciso controllo delle lunghezze degli arti
Questi sono solo alcuni degli esempi di come dietro ad ogni cura ci sia la Ricerca. Sulle patologie osteoarticolari, medici e ricercatori di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano ogni giorno per trovare nuovi trattamenti e cure.
La futura sfida sarà quella di usare il robot anche in altri tipi di intervento (ad esempio, le osteotomie) mirati a correggere deformazioni che altrimenti porterebbero a degenerazioni cartilaginee e artrosiche oltre che rendere le procedure sempre meno invasive e traumatiche, con lo sviluppo di tecniche operatorie sempre più attente alle strutture anatomiche.
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]]>The post Il Cardio Center di Humanitas Mater Domini: tecnologia all’avanguardia e professionalità a servizio del cuore appeared first on Materdomini.
]]>L’area dedicata alla cardiologia clinica (diagnostica, attività ambulatoriale, ricovero), si completa con il blocco operatorio dedicato alla cardiologia interventistica (Elettrofisiologia ed Emodinamica) con percorsi clinici che assicurano una tempestiva gestione delle diverse patologie cardiache.
Il Laboratorio di Emodinamica è in prima linea nella diagnosi e cura delle patologie coronariche (infarto miocardio acuto, sindromi coronariche acute, angina stabile e instabile) ed è operativo H24, 7 giorni su 7, nella gestione delle urgenze cardiologiche, grazie anche allo studio di protocolli e procedure che permettono un sempre più rapido accesso dei pazienti dal territorio alla sala interventistica.
All’interno, un’équipe medico-infermieristica dedicata si occupa delle attività diagnostiche (coronarografie con eventuale misurazione della riserva funzionale di flusso-FFR e valutazione ecografica intravascolare-IVUS, arteriografie periferiche) ed interventistiche (angioplastiche coronariche e periferiche, valvuloplastiche aortiche).
Da tempo punto di riferimento sul territorio nazionale, il Laboratorio di Elettrofisiologia dell’Ospedale si distingue per il trattamento mediante ablazione transcatetere delle aritmie cardiache, incluse quelle più complesse (fibrillazione atriale, flutter atriali atipici, tachicardie ventricolari), con moderne tecniche di imaging ed i sistemi di mappatura 3D non fluoroscopica. L’Elettrofisiologia di Humanitas Mater Domini, inoltre, è tra i pochi centri in Italia ad usare l’approccio epicardico per il trattamento delle aritmie ventricolari.
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]]>The post Innovazione tecnologica ed elevati standard di cura e sicurezza sono tra i valori portanti del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva appeared first on Materdomini.
]]>I nuovi orizzonti delle tecniche diagnostiche prevedono anche una minore percezione del dolore e l’esecuzione di esami o approfondimenti che permettono diagnosi sempre più accurate. Un esempio è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) in ambito diagnostico. In Humanitas Mater Domini le colonscopie sono eseguite con il supporto dell’AI che potenzia l’accuratezza diagnostica della colonscopia: grazie all’algoritmo di cui è dotata, la tecnologia permette di rilevare il 13% in più di adenomi (polipi) o lesioni tumorali del colon, generando marcatori e suoni a basso volume che segnalano allo specialista l’area in cui è necessaria una valutazione visiva più approfondita.
Non solo maggior accuratezza diagnostica, ma anche più sicurezza grazie ad un nuovo sistema di disinfezione degli strumenti endoscopici. Attraverso l’introduzione di un sistema informatizzato di ultima generazione, infatti, è possibile tracciare il percorso di ogni singolo strumento, dalla fase di utilizzo a quella di stoccaggio. Per ridurre ulteriormente il rischio di infezioni, sono stati rivisti i percorsi e l’intero processo di lavaggio degli strumenti con una nuova tecnologia che permette di trattarli ad altissima disinfezione (ossia eliminare gli agenti patogeni con acidi a temperature ambiente) e stoccarli per consentire una conservazione.
Questo è solo un esempio di come dietro ad ogni cura ci sia la Ricerca. Sulle patologie gastroenterologiche, medici e ricercatori di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano ogni giorno per sviluppare innovazioni tecnologiche che possano supportare i professionisti sanitari durante le procedure e migliorare i percorsi di cura.
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]]>The post Pelle: proteggerla in estate a partire dalla tavola appeared first on Materdomini.
]]>L’alimentazione può essere un aiuto. Ci sono, infatti, alcuni cibi che proteggono la pelle dai raggi solari e che non devono mai mancare nelle nostre tavole. Ne parliamo con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care.
Questi importanti ortaggi da radice, che comunque non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione in qualsiasi periodo dell’anno, possiedono molta vitamina A ed E, oltre al beta-carotene. Proprio quest’ultimo, inoltre, è il precursore della vitamina A, ovvero l’elemento fondamentale affinchè la stessa si formi. Attenzione però a come assorbirla: la vitamina A è liposolubile (si scioglie nei lipidi), dunque, per assorbirla a livello intestinale è bene associare il suo consumo a un alimento lipidico. Il migliore è l’olio extravergine di oliva, ricco inoltre di vitamina E che aiuta a guarire dalle scottature, oltre ad essere un potente antiossidante e, quindi, anticancerogeno.
Solo con questo abbinamento il nostro organismo sarà in grado di assorbire la vitamina A contenuta nella carota. La vitamina A, inoltre, protegge dagli effetti dannosi del sole ed è importante anche a livello del sistema immunitario.
Tuttavia, il quantitativo di assunzione raccomandato di vitamina A varia dai 400 ai 600 microgrammi al giorno a seconda delle fascia di età e del sesso. Quindi, anche in questo caso si parla di assunzione di un alimento in generale, bisogna considerare che l’assunzione di vitamine e minerali deve essere sempre personalizzato, in quanto anche un’assunzione di vitamine elevata rispetto al fabbisogno soggettivo può trasformarsi in un’arma contro la nostra salute, come dimostrato da diversi studi scientifici. Infatti, anche se una vitamina o un minerale ha proprietà anticancerogene ed effetti protettivi sulla nostra salute, non vuol dire che più se ne assume con l’alimentazione meglio è. Anzi, è proprio l’opposto in quanto la salute dell’organismo deriva da un delicatissimo equilibrio chimico.
Limoni e arance proteggono dall’azione nociva del sole; grazie al loro contenuto in vitamina C svolgono un’importante azione di prevenzione contro il tumore alla pelle. Gli agrumi, inoltre, proteggono da scottature e macchie solari.
È ricco di sostanze ad azione antiossidante e di acido ellagico, molecole chimiche che proteggono dai raggi UVA e UVB che risultano essere i più cancerogeni. II melograno, inoltre, aumenta la protezione di una crema solare del 20%.
Oltre ad essere tra i frutti più gustosi in assoluto che la stagione estiva ci regala, sono straordinariamente efficaci per l’azione protettiva nei confronti dei raggi solari.
Possiedono infatti notevoli quantità di vitamina C e di antiossidanti che proteggono la pelle dalla formazione di radicali liberi causati dai raggi del sole.
Prezioso alleato contro i rischi solari. Possiede svariate molecole chimiche, in particolare i tannini e l’epigallocatechingallato, molecola annoverata nella lista dei longevity smart food (cibi che allungano la vita in quanto agiscono sul DNA) in grado sia di lenire le scottature, ma soprattutto di proteggere il nostro organismo dalle radiazioni UV, di rafforzare il sistema immunitario e di prevenire vari tipi di tumore (in particolare al seno)
Ottime per raggiungere un’abbronzatura perfetta e assolutamente sicura. Le mandorle contengono la quercetina, anch’essa annoverata tra i longevity smart food. Questa molecola chimica svolge una funzione protettiva del sistema immunitario dalle radiazioni UV dannose. La vitamina E di cui sono ricche le mandorle, inoltre, aiuta a guarire velocemente dalle scottature ed è anche un potente antiossidante di cui necessita l’organismo
Con il sopraggiungere del caldo diventa uno degli alimenti più consumati in estate per la sua freschezza e per la sua facilità di essere combinato in molte varianti. E’ un alimento ricco in vitamina C, licopene e sostanze antiossidanti e sono proprio tali sostanze che proteggono il sistema immunitario dai danni dei raggi solari cancerogeni.
Si tratta di uno dei frutti maggiormente dissetanti, rinfrescanti e ricchi d’acqua. Possiede molte proprietà terapeutiche e benefiche per il nostro organismo.
Una di queste, per esempio, è il contenuto in licopene, un antiossidante naturale contenuto soprattutto nelle angurie dalla polpa più rossa che addirittura possono superare anche i pomodori per il contenuto in licopene.
Anche chi è attento alla linea può mangiare l’anguria senza problemi e trarre dei benefici perché questo frutto ricco d’acqua stimola la diuresi e l’eliminazione delle tossine. Attenzione però a chi soffre di iperglicemia e di diabete: in questo caso si può mangiare una fetta di anguria in sostituzione di un altro frutto, preferibilmente dopo un pasto completo (lipidi e proteine riducono l’indice glicemico) e non come spuntino a merenda da solo, in quanto aumenterebbe l’indice glicemico.
Secondo i più recenti studi scientifici, mangiare anguria in estate permette di proteggere la pelle dai rischi legati ad una eccessiva esposizione ai raggi UV. Alcune delle preziose proprietà dell’anguria sono state confermate da alcuni recenti studi scientifici, che hanno dimostrato la sua capacità di rappresentare un aiuto naturale contro le malattie cardiache e di ridurre i livelli del colesterolo cattivo. L’anguria dunque può diventare una nuova arma naturale per tenersi in forma e proteggere il cuore grazie all’azione della citrullina, un amminoacido contenuto nel frutto e già noto alla comunità scientifica per le sue proprietà benefiche contro l’ipertensione e le malattie cardiache. Dunque basterebbe una fetta di anguria al giorno per aiutare il nostro organismo a ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. Il consumo di anguria, inoltre, può contribuire a migliorare la qualità del sonno. Mangiare un paio di fettine di anguria dopo cena può stimolare nell’organismo la produzione di serotonina, per via del suo contenuto di carboidrati. Quando, nelle ore serali, i livelli di serotonina salgono, il cervello è meno sensibile ai segnali di disturbo, come i rumori, favorendo un riposo più tranquillo.
L’anguria inoltre ha un alto contenuto di minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio, utile al nostro organismo per rifornire di energia le cellule ma anche di vitamine, in particolare la vitamina B6 che è un cofattore utile al nostro organismo per sintetizzare la dopamina, un neurotrasmettitore importantissimo e la vitamina C. Inoltre, il frutto è ricco di antiossidanti come il beta carotene, precursore della vitamina A e di licopene, tipico dei vegetali di colore rosso. Altra sostanza fondamentale che ritroviamo nell’anguria è la citrullina, precedentemente menzionata. Questa sostanza è un amminoacido precursore dell’arginina. L’arginina è ritenuta un vero e proprio viagra naturale, in grado di dilatare i vasi sanguigni e di migliorare l’afflusso di sangue verso gli organi genitali.
Questa spezia è un alleato per la protezione dai raggi solari nocivi in quanto è ricca in antiossidanti e ha proprietà antiinfiammatorie.
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]]>The post Pasto sotto l’ombrellone: il gelato può essere un’alternativa? appeared first on Materdomini.
]]>Il gelato, sia a livello calorico sia a livello bromatologico, non può essere considerato sostitutivo di un pasto. Scopriamo insieme il perché analizzando la sua composizione.
“Per essere sano ed equilibrato, un pasto deve apportare carboidrati, proteine, lipidi, fibre, vitamine e minerali. Un gelato, sia alla frutta sia alla crema, non apporta tutti questi macro e micronutrienti, in quanto manca di fibra, che viene fornita dalle verdure, dagli ortaggi e dalla frutta, e di vitamine e minerali. Tuttavia, a seconda del tipo di gelato che scegliamo, ogni tanto può essere inserito in una dieta sana ed equilibrata. Dunque, se vogliamo pranzare con un gelato la scelta migliore sarà un cono con un gelato con una crema come può essere la nocciola oppure il cioccolato, perchè in questo modo garantiamo all’organismo carboidrati, proteine e lipidi senza provocare un innalzamento repentino della glicemia, come succede invece se con un gusto alla frutta”, spiega la dottoressa Elisabetta Macorsini, Biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care.
Tuttavia, poiché i carboidrati forniti da un gelato sono principalmente zuccheri, ovvero carboidrati semplici (non paragonabili a quelli forniti dal pane o dalla pasta) e i lipidi sono quelli saturi forniti in genere dal latte, è necessario per la cena bilanciare l’apporto di zuccheri forniti in quel giorno. Dunque, sarà importante fare un pasto completo costituito da:
Il condimento da preferire è l’olio d’oliva, lipide monoinsaturo di cui l’organismo necessita quotidianamente. È chiaro che per ogni persona le quantità sono differenti in base alle esigenze e ai fabbisogni specifici.
Infine, è bene precisare che ogni persona ha un fabbisogno di energia e di nutrienti specifico che dipendono dall’età, dal sesso, dallo stile di vita, dal metabolismo basale, dal fabbisogno energetico, dal modo in cui vegnono assorbiti i nutrienti e da altri fattori che rendono necessario per ogni persona un approccio personalizzato. Quindi, se è vero che questi alimenti hanno le suddette proprietà, è indispensabile che ogni persona abbia una dieta personalizzata in base alle proprie esigenze e ai propri fabbisogni.
L’elenco degli alimenti è una guida generale per porre l’attenzione su ciò è possibile prediligere o è meglio evitare, non va inteso come sostituto di prescrizione soggettiva che possa andare bene per qualsiasi persona.
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]]>The post Igiene intima in menopausa: come curarla al meglio appeared first on Materdomini.
]]>Le varie fasi di vita di una donna, infatti, richiedono di osservare delle regole precise per quanto riguarda l’igiene intima in menopausa, durante la gravidanza e in età fertile. Ognuno di questi momenti si caratterizza per cambiamenti che intervengono anche sull’acidità dell’ambiente vaginale. Il motivo sono gli ormoni: cambiano gli equilibri e cambia l’ecosistema.
Ne parla la dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini, spiega cosa sono e da cosa possono dipendere.
In menopausa cala il livello di estrogeni e si assiste ad un assottigliamento naturale dei tessuti genitali. La mucosa vaginale e la cute genitale esterna diventano più delicate e sensibili, talvolta fragili. In alcuni casi, questo non comporta particolari fastidi ma, per 1 donna su 3, si trasforma in una patologia da controllare con visite ginecologiche: l’atrofia vulvo vaginale.
Allo stesso tempo, diminuisce anche la capacità di auto-lubrificazione, quindi aumenta la secchezza vaginale e cambia l’acidità (il pH) dell’ambiente intimo che può aumentare e divenire meno efficace nel contrastare i batteri con i quali entriamo in contatto ogni giorno.
Nel periodo in cui la donna è fertile (ad eccezione della gravidanza) l’ambiente intimo registra un’acidità media di pH 4,5. Questo valore rende l’ecosistema “inospitale” e, in molti casi, “inaccessibile” alla maggior parte dei batteri che non vi resistono. In realtà, le sentinelle che ci proteggono sono i cosiddetti “lattobacilli di Doderlein”, che prosperano in ambiente acido: batteri “buoni” in grado di generare acido lattico.
È facile dunque comprendere come, un ambiente neutro che non dà la possibilità ai lattobacilli di “produrre” acido lattico, sia più indifeso e più facilmente attaccabile dalle infezioni. È per questo motivo che sono più frequenti i casi di infezioni intime.
Innanzitutto, è importante non esagerare con l’igiene: lavaggi troppo frequenti possono interferire negativamente con le capacità di autodifesa dell’ambiente genitale. Questa regola diventa ancora più importante in menopausa quando l’uso di saponi aggressivi, asciugature energiche e acqua troppo fredda o troppo calda, possono causare irritazioni, abrasioni, lesioni e – ancora una volta – facilitare il diffondersi di infezioni.
Lavarsi una o due volte al giorno è sufficiente a garantire una buona igiene intima. Oltre questo è importante usare il giusto detergente seguendo alcuni accorgimenti:
In presenza di irritazioni o di perdite vaginali sospette è opportuno rivolgersi ad un ginecologo oppure una ginecologa che potranno eseguire una visita approfondita ed eventualmente un tampone per verificare la presenza di infezioni controllando anche lo stato generale del tessuto genitale per verificare la presenza, anche in fase iniziale, di atrofia vulvo vaginale.
In sintesi, come curare al meglio l’igiene intima in menopausa? Le principali raccomandazioni sono:
(*) Referenze
Linee guida SIGO
Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379
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]]>The post Intervento di protesi della spalla in caso di artrosi: un approfondimento appeared first on Materdomini.
]]>Come si esegue l’intervento? Ne parliamo con il dottor Antonio Giardella, ortopedico e capo sezione di Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini.
L’intervento chirurgico prevede la sostituzione dell’articolazione gleno-omerale usurata a causa dell’artrosi. La sostituzione può essere totale oppure parziale, a seconda delle condizioni cliniche del paziente,
In base alle condizioni e allo sviluppo dell’artrosi, le protesi di spalla possono essere:
L’intervento per l’impianto di protesi della spalla si esegue in anestesia loco-regionale (consente un buon controllo del dolore anche nel post operatorio), in anestesia generale (permette un buon miorilassamento del paziente con un buon controllo del sanguinamento) o mista (quella più praticata). A seguito dell’intervento, il paziente utilizzerà un tutore reggibraccio per circa 4 settimane e, dunque, anche dopo la dimissione dall’ospedale.
Dopo la dimissione, è importante intraprendere un percorso riabilitativo per riprendere la piena funzionalità dell’articolazione. Il percorso viene affiancato anche da una terapia per la gestione del dolore post-operatorio.
In particolare, il percorso di riabilitazione post-operatorio può comprendere la kinesiterapia, per riprendere i movimenti di polso, gomito e spalla, ed esercizi di mobilizzazione passiva e ripresa graduale dell’attività quotidiana.
Il percorso prevede regolari controlli dei progressi da parte del fisioterapista, in accordo con l’ortopedico e eventuali ulteriori approfondimenti clinici e/o radiologici.
L’impianto di protesi della spalla consente al paziente di risolvere il dolore e le limitazioni funzionali causate dall’avanzamento dell’artrosi. Dopo l’intervento, è possibile ridurre gli impatti della patologia sulla vita quotidiana e sul benessere della persona. Non solo, il paziente può riprendere le attività sportive abbandonate a causa della patologia e “a basso impatto”, come il nuoto, il trekking e la bicicletta (su terreni non accidentati e che non prevedono forti sollecitazioni del manubrio).
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