News e Approfondimenti - Ospedale Humanitas Mater Domini https://www.materdomini.it/news/ Tue, 10 Sep 2024 08:59:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.materdomini.it/wp-content/uploads/2018/01/favicon11.png News e Approfondimenti - Ospedale Humanitas Mater Domini https://www.materdomini.it/news/ 32 32 Humanitas Mater Domini insieme ai centri medici nel cuore di Varese. Domenica 6 ottobre al via StraWoman Humanitas Medical Care https://www.materdomini.it/news/humanitas-mater-domini-insieme-ai-centri-medici-nel-cuore-di-varese-domenica-6-ottobre-al-via-strawoman-humanitas-medical-care/ Tue, 10 Sep 2024 08:59:50 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34503 Domenica 6 ottobre, dopo il successo dell’anno precedente, “StraWoman Humanitas Medical Care” torna a tingere di rosa Varese, con partenza dai Giardini Estensi, per un percorso di 5 km.  Partner scientifico sarà Humanitas Medical Care, la rete di centri medici e centri prelievi di Humanitas da sempre al fianco di chi ama uno stile di vita sano […]

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Domenica 6 ottobre, dopo il successo dell’anno precedente, “StraWoman Humanitas Medical Care” torna a tingere di rosa Varese, con partenza dai Giardini Estensi, per un percorso di 5 km. 

Partner scientifico sarà Humanitas Medical Care, la rete di centri medici e centri prelievi di Humanitas da sempre al fianco di chi ama uno stile di vita sano e attivo, che sarà presente all’evento con il “Village della prevenzione”. Sempre insieme agli specialisti dell’ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza (VA), con l’obiettivo di essere ancora più vicini ai pazienti, seguendo ogni loro esigenza, dalla prevenzione al trattamento, e per garantire continuità di cura.

Village della prevenzione

Ad accogliere le partecipanti nell’oasi della salute, oltre agli specialisti del centro medico Humanitas di Varese, che quest’anno si amplia con un nuovo spazio dedicato alla prevenzione di tutta la famigliain via San Michele Arcangelo 2, saranno presenti anche i professionisti dell’ospedale di Castellanza: fisioterapisti, radiologhe senologhe e senologi saranno a disposizione di tutte le runner per consulti gratuiti. Ad affiancarli anche infermieri, per la prova della pressione e della saturimetria.

Al fianco degli specialisti Humanitas, in occasione del mese dedicato alla lotta contro il tumore al seno, saranno presenti anche le testimonial di Sorrisi in Rosa, il progetto di Humanitas nato per sensibilizzare sul tema della prevenzione senologica, a partire dall’esperienza di donne protagoniste di storie di malattia e rinascita.
In occasione della corsa, infatti, StraWoman sosterrà Fondazione Humanitas per la Ricerca, charity partner dell’evento. 

Programma della giornata

Appuntamento domenica 6 ottobre a Varese ai Giardini Estensi:

  • Dalle 8.30 – Ritrovo, ritiro kit gara, iscrizioni dell’ultimo minuto  
  • 9.30 – 10.30, Apertura Village della prevenzione e riscaldamento
  • 10.30 partenza corsa – camminata 5 km

All’arrivo oltre un rinfresco anche defaticamento, premiazioni e tante medaglie di partecipazione. Non solo, ad attendere le runner al Village ci saranno anche i gadget firmati Humanitas Medical Care e un photowall in cui scattare foto per diventare i volti della prevenzione. 

Modalità di partecipazione

La quota di iscrizione comprende t-shirt tecnica, bag e pettorale gara, medaglia di partecipazione, ristoro finale, gadget offerti dai partner dell’evento, assicurazione gara e assistenza medica.  

L’iscrizione è online tramite il sito. Clicca qui per iscriverti (fino a sabato 5 ottobre).

Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito StraWoman.

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Montagna. La meta ideale in caso di asma e allergie respiratorie https://www.materdomini.it/news/montagna-la-meta-ideale-in-caso-di-asma-e-allergie-respiratorie/ Tue, 13 Aug 2024 09:14:44 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34450 Le vacanze sono il momento più atteso dell’anno. Per le persone interessate dall’asma e dalle allergie respiratorie, la scelta della meta può essere condizionata da alcune limitazioni legate a questi problemi.  Mentre in pianura e nelle città, l’inquinamento e la presenza di allergeni diventano fattori responsabili dell’insorgenza e dell’aggravamento dell’asma e delle allergie respiratorie; la […]

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Le vacanze sono il momento più atteso dell’anno. Per le persone interessate dall’asma e dalle allergie respiratorie, la scelta della meta può essere condizionata da alcune limitazioni legate a questi problemi. 

Mentre in pianura e nelle città, l’inquinamento e la presenza di allergeni diventano fattori responsabili dell’insorgenza e dell’aggravamento dell’asma e delle allergie respiratorie; la montagna può essere la soluzione ideale. Numerose ricerche scientifiche, infatti, hanno studiato e confermato le proprietà terapeutiche dell’ambiente montano per colore che sono interessati da asma o allergie respiratorie. Approfondiamo l’argomento con il dottor Massimiliano Appodia, pneumologo in Humanitas Mater Domini nei centri medici Humanitas Medical Care.

L’ambiente di montagna

In montagna, le caratteristiche climatiche e ambientali si modificano in modo più evidente con il progredire della quota. Salendo, infatti, si ha una progressiva riduzione dell’ossigeno, della densità dell’aria, dell’umidità, della temperatura, degli allergeni inalati e dell’inquinamento dell’aria. Sostanzialmente, in montagna si respira un’aria più fresca, meno umida, più leggera, più pulita e con meno allergeni. Pertanto, le persone con asma potrebbero trovare sollievo in montagna respirando meglio che in città e in pianura.

Le variazioni climatiche ed ambientali sono progressive con il salire dell’altitudine e questo ha portato alla classificazione della quota in bassa (fino a 1500 m), moderata (dai 1500 m ai 2500 m), alta (dai 2500 m ai 3500 m), altissima fino ai 5500 m ed estrema sopra i 5500 m. Le risposte di adattamento dell’organismo cominciano al di sopra dei 1500-2000 m e sopra i 2500 m, invece, inizia ad essere necessaria una corretta acclimatazione e possono presentarsi i sintomi del mal di montagna.

Qual è l’altitudine consigliata per chi soffre d’asma?

L’altitudine ideale è tra i 1500 e i 2000 metri. A questa quota, l’adattamento all’altitudine è più facile e si concentrano le migliori caratteristiche che definiscono la salubrità dell’aria e i vantaggi del soggiorno in montagna sono più evidenti.

“Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che un soggiorno prolungato a quota moderata migliora i parametri clinici e funzionali e riduce la necessità di terapia negli asmatici. La montagna, quindi, dimostra di avere delle caratteristiche che la rendono un ambiente adatto per i programmi terapeutico-riabilitativi dell’asma. È stato dimostrato, inoltre, che soggiorni terapeutico-riabilitativi in ambiente alpino, a quote moderate, comportano un minor numero di riacutizzazioni e ospedalizzazioni, un miglioramento della funzionalità respiratoria, una diminuzione dell’infiammazione delle vie respiratorie, una ridotta necessità di farmaci, una diminuzione dei sintomi respiratori e un miglioramento della capacità di esercizio fisico. Tutto questo contribuisce al miglioramento clinico osservato nel controllo dell’asma e nella qualità della vita”, spiega lo specialista. 

Occorre invece fare molta attenzione alla scelta di salire a quote più elevate, essendo ancora pochi gli studi che hanno coinvolto gli asmatici ed è consigliato consultarsi con uno pneumologo per valutare la gravità, il controllo dell’asma e la presenza di altre condizioni che possono controindicare la salita a quote superiori ai 2000-2500 metri.

Un aiuto viene anche dagli alberi

Negli ultimi anni, le evidenze scientifiche supportano la terapia forestale come pratica complementare per la promozione del benessere psicofisico dell’individuo attraverso gli effetti preventivi e terapeutici delle foreste sulla salute. 

Gli alberi forestali sempreverdi, specialmente nei mesi caldi, emettono una grande varietà di diversi composti organici volatili, soprattutto monoterpeni, che una volta rilasciati nell’atmosfera, dove esercitano attività biologiche, se respirati rivelano benefici sulla salute

In particolare, una recente ricerca sperimentale (Pediatric Pulmonology 2022;57:2116–2121) realizzata presso il Lago di Misurina (Belluno, Veneto) da un gruppo di ricerca composto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Club Alpino Italiano, assieme all’Istituto Pio XII di Misurina e alle Università di Parma, Ferrara e Verona, ha dimostrato come i composti organici volatili emessi dagli alberi possono migliorare le condizioni respiratorie di bambini e adolescenti asmatici.

Alcuni consigli per vivere la montagna in sicurezza

L’asma in montagna può migliorare, ma è comunque necessario seguire alcuni consigli:

  • Prima di recarsi in montagna, soprattutto se si va a quote elevate, fare una valutazione pneumologica
  • Assumere regolarmente i farmaci prescritti dallo pneumologo
  • Avere sempre con sé i farmaci d’emergenza.
  • Iniziare qualsiasi attività fisica in modo graduale, aumentando progressivamente l’intensità, cercando di mantenerne una non troppo intensa e prestando attenzione alla comparsa di eventuali sintomi
  • Tenere a disposizione un broncodilatatore a rapida azione da usare in caso di sintomi asmatici
  • Assumere un broncodilatatore a rapida azione 15-20 minuti prima di una escursione o attività fisica intensa e/o svolta in condizioni climatico-ambientali sfavorevoli, come per esempio l’esposizione ad aria fredda e secca o in presenza di vento
  • In caso di escursioni attraverso i sentieri di montagna assicurarsi di portare i farmaci per eventuali emergenze
  • Evitare escursioni e attività fisica e sportive in zone montane remote, dove può essere difficoltoso un soccorso in caso di necessità 

Riferimenti bibliografici

• Alpine altitude climate treatment for severe and uncontrolled asthma: An EAACI position paper. Allergy. 2022;00:1–34. DOI: 10.1111/all.15242

• Medicina e Salute in Montagna. Cogo Annalisa. Editore: HOEPLI. 2015 (seconda edizione)

• Terapia Forestale. CNR e CAI.. 2022 (https://www.cai.it/il-nuovo-libro-sulla-terapia-forestale/)

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Laparocele: che cos’è e quali sono i sintomi?  https://www.materdomini.it/news/laparocele-che-cose-e-quali-sono-i-sintomi/ Tue, 13 Aug 2024 09:08:29 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34447 Il laparocele è un’ernia che si forma dopo un intervento chirurgico, visibile nella zona della cicatrice, sede dell’incisione cutanea. Tale difetto di parete può manifestarsi anche dopo diverso tempo dall’operazione, a distanza di mesi o addirittura di anni.  Quali sono i sintomi che lo accompagnano? Come si cura il laparocele? Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco […]

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Il laparocele è un’ernia che si forma dopo un intervento chirurgico, visibile nella zona della cicatrice, sede dell’incisione cutanea. Tale difetto di parete può manifestarsi anche dopo diverso tempo dall’operazione, a distanza di mesi o addirittura di anni. 

Quali sono i sintomi che lo accompagnano? Come si cura il laparocele? Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco Rovagnati, chirurgo generale presso Humanitas Mater Domini di Castellanza e Humanitas Medical Care di Arese e di Monza, e specialista in chirurgia mininvasiva di parete

Che cos’è il laparocele? 

Il laparocele è la fuoriuscita dei visceri attraverso un orifizio della parete addominale. Simile ad un’ernia ma con la differenza che la porta erniaria si forma per il cedimento del tessuto cicatriziale della sutura di una precedente incisione chirurgica. 

Le cause del laparocele possono essere individuate da una parte, in fattori che alterano una corretta cicatrizzazione e dall’altra, in fattori meccanici che provocano il cedimento della cicatrice.  

Alterazione del processo cicatriziale

  • Infezioni della ferita. I tessuti che si stanno riformando vengono indeboliti dall’aggressione dei batteri e, di conseguenza, il processo di cicatrizzazione non si svolge correttamente
  • Diabete. Malattia che altera una normale vascolarizzazione dei tessuti
  • Difetti di tecnica chirurgica
  • Tabagismo. Come nel diabete provoca alterazioni della vascolarizzazione dei tessuti 
  • Età avanzata 
  • Ipotonia del tessuto muscolare e collagenopatie; aumento di incidenza di laparoceli nelle pluripare o nei pazienti affetti da malattie del collagene

Fattori meccanici (tutto ciò che può aumentare la pressione intraddominale):  

  • Obesità 
  • BPCO 
  • Stipsi 
  • Traumi esterni 
  • Colpi di tosse ripetuti o starnuti 

I sintomi del laparocele

Come già detto, il laparocele si presenta come una tumefazione e come tale, occupando uno spazio non fisiologico, spesso genera fastidio, pesantezza e sensazione di ingombro; altre volte non presenta alcun sintomo e dunque, essere solamente visibile come una tumefazione di consistenza molle, spesso riducibile in posizione supina. I sintomi possono manifestarsi con maggior probabilità quando si trascorre molto tempo in piedi, oppure durante un’attività fisica o in caso di sforzi addominali intensi, come semplicemente colpi di tosse o starnuti. Come tutte le ernie che si complicano, anche il laparocele diventa fortemente sintomatico: dolore improvviso, accompagnato da un rapido aumento di dimensioni dell’ernia che cambia di consistenza diventando dura. Spesso nella complicanza si associano i seguenti sintomi:  

  • arrossamento della cute 
  • cute calda 
  • diarrea 
  • difficoltà respiratoria 
  • dolore all’addome 
  • inappetenza 
  • stanchezza 
  • distensione addominale 
  • vomito 

Se non trattato, il laparocele diventa sempre più grande provocando sia alterazioni della cute sovrastante, perché si assottiglia, diventando ischemica o più soggetta ad infezioni, sia problemi nel respiro, poiché si altera la meccanica respiratoria e i valori pressori toraco-addominali non si mantengono nei parametri normali.  

Un’altra complicanza è legata al contenuto dell’ernia che può strozzarsi e generare sofferenza viscerale per arrivare anche all’infarto intestinale. 

In casi in cui le complicanze diventano particolarmente severe può essere necessario intervenire d’urgenza mediante la chirurgia. Bisogna tener ben presente che l’intervento urgente è mirato a risolvere l’evento acuto, cioè la complicanza, senza però poter risolvere in modo definitivo il laparocele, che spesso poi si ripresenta. Quindi bisognerebbe affrontare il laparocele con un intervento eseguito in elezione.  

Laparocele: come si cura? 

Innanzitutto, è fondamentale l’esecuzione di una TAC dell’addome per lo studio preciso del difetto di parete e per poter definire al meglio quale sia la miglior tecnica chirurgica per il suo trattamento. 

L’intervento chirurgico per correggere un laparocele è eseguito sempre in anestesia generale. 

Le tecniche possono essere tradizionali, quindi con un lungo taglio che ricalca la cicatrice dell’intervento precedente, oppure può essere eseguito per via laparoscopica tramite delle centimetriche incisioni attraverso le quali il chirurgo inserisce la telecamera e gli strumenti necessari per l’intervento. 

La scelta della tecnica è a discrezione del chirurgo e sarà “tailored”, cioè personalizzata in base alle caratteristiche del paziente da operare. L’esperienza del chirurgo, specializzato in chirurgia di parete, potrà offrire soluzioni sempre più personalizzate. 

Prevenire il laparocele 

Partendo dal fatto che dopo un intervento chirurgico, la probabilità che si formi nella propria vita un laparocele, varia dal 20 all’80%, si può provare a prevenire il laparocele attenendosi alle indicazioni degli specialisti sulla gestione del periodo post-intervento della chirurgia addominale.  

In presenza di ferite di dimensioni importanti, occorre riposare adeguatamente e limitare gli sforzi nelle settimane-mesi successivi all’operazione, favorendo però un’adeguata deambulazione. In alcuni casi, lo specialista indica la necessità di eseguire una fase di riabilitazione durante la quale eseguire regolarmente esercizi di rinforzo della parete addominale ed esercizi respiratori specifici, con il supporto di fisiatra e fisioterapista. 

Dopo un intervento chirurgico addominale è sempre bene tenere sotto controllo il proprio peso (obesità e sovrappeso sono infatti considerati fattori di rischio), perseguire una correzione accurata di un eventuale diabete, seguire una dieta equilibrata, praticare regolarmente attività fisica e smettere di fumare.  

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Trattamento per la scoliosi nell’adolescente: come funzionano i corsetti? https://www.materdomini.it/news/trattamento-per-la-scoliosi-nelladolescente-come-funzionano-i-corsetti/ Tue, 13 Aug 2024 09:00:00 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34452 La scoliosi è una curva vertebrale tridimensionale che si realizza nei tre piani dello spazio: frontale, laterale e orizzontale. Queste alterazioni tridimensionali modificano l’estetica e la postura del corpo, per cui dobbiamo fare attenzione anche a piccole asimmetrie del corpo che possono essere campanelli d’allarme di una scoliosi sottostante. Senza un trattamento adeguato, la scoliosi […]

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La scoliosi è una curva vertebrale tridimensionale che si realizza nei tre piani dello spazio: frontale, laterale e orizzontale. Queste alterazioni tridimensionali modificano l’estetica e la postura del corpo, per cui dobbiamo fare attenzione anche a piccole asimmetrie del corpo che possono essere campanelli d’allarme di una scoliosi sottostante.

Senza un trattamento adeguato, la scoliosi può evolvere nel tempo, peggiorando fino a richiedere un intervento chirurgico. Individuare le scoliosi nelle fasi iniziali consente di poter intervenire con un approccio di tipo conservativo senza cioè ricorrere alla chirurgia. L’approccio conservativo con corsetti ed esercizi viene realizzato ad hoc per il paziente, cioè è mirato a quello specifico paziente per quella specifica curva di scoliosi.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Maria Petruzzi, Ortopedico Vertebrale specialista in Scoliosi e Deformità vertebrali presso Humanitas Mater Domini

Quali sono le cause della scoliosi del bambino\adolescente?

In età evolutiva la scoliosi si distingue principalmente in due categorie:

  • Scoliosi idiopatica: che rappresenta circa l’80% dei casi e viene definita “idiopatica”, perché la sua origine non è ancora del tutto chiara, ad oggi ritenuta multifattoriale 
  • Scoliosi secondaria: che corrisponde al 20% dei casi ed è direttamente correlata ad altre condizioni patologiche.  Questo tipo di scoliosi può svilupparsi a causa di malformazioni vertebrali, malattie neurologiche, sindromi congenite, ecc.

La scoliosi idiopatica è una deformità che può comparire in varie fasi della vita, soprattutto nei  periodi di maggiore crescita ossea, ovvero tra 6 e 24 mesi, tra 5 e 8 anni, e durante la pubertà. Dopo questi picchi, il processo evolutivo tende a rallentare, terminando a fine crescita ossea.

Come si diagnostica la scoliosi?

Durante la visita ortopedica per scoliosi, in presenza di asimmetrie corporee sospette, lo specialista richiede una radiografia della colonna completa in ortostasi (in posizione eretta) attraverso la quale potrà diagnosticare la scoliosi o di atteggiamento scoliotico. 

L’atteggiamento scoliotico con le sue asimmetrie corporee può simulare una scoliosi, ma a differenza della scoliosi, non ha la rotazione vertebrale. 

In presenza di asimmetrie corporee è molto importante comprendere se siamo in presenza di un atteggiamento scoliotico o in presenza di una scoliosi perchè la scoliosi è evolutiva nel tempo e dobbiamo fermarla il prima possibile, l’atteggiamento scoliotico invece non è evolutivo nel tempo. 

Cosa sono i corsetti?

I corsetti sono tutori ortopedici del tronco, di varia forma e materiale, che guidano la crescita della colonna vertebrale lungo una direzione corretta. Permettono di ridurre la curva di scoliosi e di migliorare l’estetica del corpo. 

Ne esistono di vari tipi e la scelta del tipo di corsetto, della durata del trattamento e delle ore indossate viene effettuata dell’ortopedico specialista in scoliosi in base all’età del paziente, in base al grado di maturazione ossea, dall’entità e dalla rigidità della curva di scoliosi.

Quanto sono efficaci i corsetti per il trattamento della scoliosi?  

I primi corsetti nella storia permettevano solo di mantenere lo stato iniziale della scoliosi al momento della diagnosi senza correggerla, ma studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia dei nuovi corsetti anche nella correzione, con riduzione dei gradi della curva di scoliosi, sempre che la diagnosi sia fatta in una fase iniziale. 

Infatti, più morbida è la curva al momento della diagnosi, maggiore è la possibilità di correggerla. Si sottolinea, quindi, l’importanza di una diagnosi precoce per evitare il riscontro di curve già gravi.

Fonte: 2016 SOSORT guidelines: orthopaedic and rehabilitation treatment of idiopathic scoliosis during growth


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Premenopausa: come riconoscerla e affrontarla https://www.materdomini.it/news/premenopausa-come-riconoscerla-e-affrontarla/ Mon, 12 Aug 2024 13:35:21 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34445 La premenopausa, che inizia in media tra i 40 e i 45 anni, è il periodo che precede il momento della menopausa (che si attesta intorno ai 50 anni), con sintomi che possono manifestarsi infatti già 5-10 anni prima della stessa.  Riconoscere i segnali della premenopausa è fondamentale per affrontarla con più serenità e maggiore […]

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La premenopausa, che inizia in media tra i 40 e i 45 anni, è il periodo che precede il momento della menopausa (che si attesta intorno ai 50 anni), con sintomi che possono manifestarsi infatti già 5-10 anni prima della stessa. 

Riconoscere i segnali della premenopausa è fondamentale per affrontarla con più serenità e maggiore vitalità.

Quali sono questi sintomi e quando rivolgersi al medico? Ne parla la dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.

Quali sono i cambiamenti del ciclo mestruale durante la premenopausa

Durante la premenopausa, le fluttuazioni ormonali tipiche del ciclo mestruale diventano meno regolari. Questo periodo, chiamato anche “fertipausa”, è caratterizzato da un rapido calo della fertilità e conseguente difficoltà ad avere una gravidanza spontanea. Le alterazioni del ciclo possono variare da lievi a molto consistenti, sino a fastidiose. Il regolare equilibrio viene meno: le mestruazioni diventano più scarse oppure più abbondanti, possono anticipare il periodo dell’arrivo oppure ritardare e, infine, la durata del ciclo può diminuire o aumentare. 

I segnali più comuni della premenopausa possono includere:

  • Polimenorrea: cicli mestruali ravvicinati, con intervalli inferiori a 25 giorni, arrivando a portare due cicli nello stesso mese.
  • Oligomenorrea: cicli mestruali più distanti, oltre i 30 giorni, fino al punto di “saltare” uno o più mesi. Alcune donne sono abituate all’irregolarità mestruale anche durante il periodo fertile. Nel periodo di premenopausa è una caratteristica comune e l’oligomenorrea diventa costante.
  • Spotting: perdite ematiche leggere prima del flusso o tra un ciclo e l’altro, spesso legate all’ovulazione o ad un deficit ormonale (prevalentemente di progesterone)
  • Menorragia: flussi mestruali abbondanti e prolungati (fino a 10/15 giorni). La causa più frequente è il ciclo anovulatorio (cioè senza ovulazione). Il progesterone, che stabilizza l’endometrio e lo compatta permettendone una facile espulsione attraverso il flusso mestruale, viene secreto in quantità sufficiente solo se c’è l’ovulazione. Questo spiega perché. in assenza dell’ovulazione, si avrà un endometrio che sfalderà irregolarmente al momento della mestruazione provocando una abbondante perdita di sangue.
  • Amenorrea: assenza del ciclo mestruale per almeno 3 mesi che, in premenopausa, non sempre indica la fine delle ovulazioni. Pertanto, è opportuno non abbandonare le abituali prassi contraccettive.

A queste condizioni, possono aggiungersi anche altri segnali, quali: 

  • Vampate di calore e sudorazioni notturne: aumenti improvvisi di calore corporeo che si manifestano principalmente su viso, collo e torace e possono essere accompagnati da rossore, sudorazione (anche notturna), sensazione di ansia e/o agitazione.
  • Stanchezza, dolori muscolari e calo di energia: dovuti alla graduale carenza di estrogeni e di progesterone che sembrano essere collegati a una riduzione della massa muscolare (condurre una regolare attività fisica aiuta ad affrontare anche stanchezza e calo di energia).
  • Mal di testa, difficoltà di concentrazione e di memoria: la riduzione degli estrogeni e di progesterone sembrano causare sintomi neurologici (la drastica riduzione dei livelli di progesterone, in particolare, influenza i centri cerebrali adibiti alla memoria). Oltre alla grande stanchezza, si possono manifestare: maggiore difficoltà di attenzione e memoria, sensazione di confusione mentale e mal di testa frequenti.
  • Sbalzi di umore e sonno irregolare: quando presenti, possono essere condizionati anche dallo stile di vita della donna, sebbene una carenza di progesterone, l’ormone che lavora in sinergia con il neurotrasmettitore del buonumore, la serotonina, possa favorire una maggiore sensibilità allo stress, malumore e irregolarità nel ritmo del sonno-veglia.
  • Calo del desiderio sessuale: legato alla carenza ormonale e allo stress. 
  • Problemi urogenitali: in alcune donne possono manifestarsi sintomi come: secchezza vaginale, con conseguente dispareunia (dolore durante i rapporti) e frequenti infiammazioni genitali e vescicali.
  • Perdita di tono della pelle e capelli sottili: tende ad iniziare in modo leggero, ma alcune donne vedono una perdita di tono e cedimenti della pelle del volto, del collo, e delle braccia dovuto al fisiologico assottigliamento del tessuto cutaneo e degli strati profondi del derma. La pelle può iniziare a diventare secca e spenta, mentre i capelli possono iniziare a diventare più sottili, fragili e diradarsi leggermente.
  • Aumento di peso: legato al rallentamento del metabolismo fisiologico e alla riduzione degli estrogeni. Una regolare attività fisica, associata ad una sana alimentazione e ad un corretto controllo del peso corporeo, possono aiutare a non aumentare di peso.

Diagnosi e strategie terapeutiche della menopausa

La diagnosi di premenopausa si basa principalmente sui sintomi riportati e sull’anamnesi medica, oltre alla visita ginecologica e l’ecografia. Inoltre, possono essere eseguiti test ormonali quali il dosaggio degli estrogeni, progesterone, FSH e LH, per valutare lo stato ormonale e definire, così, il trattamento più adeguato. 

Tra i trattamenti possono esserci:

  • terapie ormonali specifiche
  • terapie naturali con fitoestrogeni (es. trifoglio rosso) o con estratti vegetali non fitoestrogeni (come cimicifuga, estratto di polline purificato, resveratrolo, zafferano con aggiunta eventualmente di magnesio e melatonina).

È importante mantenere anche uno stile di vita sano che comprende un attenzione alla dieta, povera di zuccheri e ricca di fibre, proteine, calcio e vitamina D per preservare il benessere delle ossa, abbondante idratazione, regolare attività fisica. Il consiglio è evitare alcol e fumo.

Fonti

SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia)

AIGE (associazione italiana ginecologia endocrinologica)

SIM (società italiana di menopausa)

Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240

Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44

Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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Cosa mangiare quando fa caldo? Decalogo per l’estate https://www.materdomini.it/news/cosa-mangiare-quando-fa-caldo-decalogo-per-lestate/ Fri, 09 Aug 2024 10:10:55 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34417 In estate, soprattutto con le alte temperature, l’alimentazione è importante per rimanere freschi e idratati. Come si legge sul sito del Ministero della Salute, ecco 10 consigli per affrontare il caldo dei mesi estivi.   Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioOpuscoliCaldo.jsp?lingua=italiano&id=147 

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In estate, soprattutto con le alte temperature, l’alimentazione è importante per rimanere freschi e idratati. Come si legge sul sito del Ministero della Salute, ecco 10 consigli per affrontare il caldo dei mesi estivi.  

  1. Rispettare il numero e l’orario dei pasti. Non farsi tentare dalla voglia di saltare la colazione che è il pasto più importante della giornata perché è il primo carburante che arriva al corpo dopo diverse ore di digiuno. Mangiare al mattino, inoltre, favorisce una minore acquisizione di calorie nei pasti successivi
  2. Consumare 5 porzioni di frutta e verdura di stagione, senza trascurare la frutta secca (mandorle, noci, ecc.) e lo yogurt, preferibilmente senza zuccheri aggiunti. Lo yogurt, insieme alla frutta, può anche diventare un ottimo spuntino mentre la frutta secca, ricca di grassi “buoni”, minerali e fibre, è da consumare con moderazione perchè calorica
  3. Variare gli alimenti, anche nei colori. Dal colore, infatti, derivano le proprietà e l’azione antiossidante (vitamine, polifenoli, ecc.) degli alimenti: più variano i colori in tavola, più complete sono le sostanze nutritive 
  4. Moderare il consumo di piatti elaborati, ricchi di grassi e ridurre i condimenti (preferire l’olio d’oliva che è ricco di sostanze ad azione antiossidante). Con il caldo l’organismo consuma meno energia, per cui è utile moderare le calorie, ad esempio usando un metodo di cottura che non alteri l’apporto di minerali e vitamine (vapore)
  5. Privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi di acqua, in sostituzione di spuntini salati o zuccherati. Questo consiglio è utile soprattutto quando si opta per il pranzo “al sacco”
  6. Gelato o frullato al latte, quando sostituiscono il pasto, vanno equilibrati con l’obiettivo di un corretto apporto nutrizionale giornaliero
  7. Durante i soggiorni estivi, è più frequente consumare il pranzo o la cena fuori casa. Preferire in una delle due occasioni piatti unici bilanciati, ad esempio pasta con legumi o carne/pesce/uova con verdure. 
  8. Consumare poco sale e preferire quello iodato. La tiroide condiziona molte funzioni dell’organismo e necessita del giusto introito giornaliero di iodio, che può essere garantito dal consumo di 5 g di sale iodato
  9. Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti, soprattutto nei pasti fuori casa o in spiaggia. Il rispetto della catena del freddo è importante per la sicurezza degli alimenti e per evitare il rischio di un decadimento nutrizionale e/o una contaminazione da microrganismi
  10. Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, moderando il consumo di bevande con zuccheri aggiunti. In estate, a causa dell’aumento della sudorazione e della traspirazione, si perdono molti minerali. Per gli anziani è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete, per evitare la disidratazione.

Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioOpuscoliCaldo.jsp?lingua=italiano&id=147 

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Consigli per gestire il caldo nell’ambiente lavorativo https://www.materdomini.it/news/consigli-per-gestire-il-caldo-in-ambiente-lavorativo/ Fri, 09 Aug 2024 08:00:13 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34415 Ondate di calore e temperature elevate possono essere un pericolo per le persone più vulnerabili (anziani, bambini, donne in gravidanza), per coloro che sono affetti da patologie croniche e, più in generale, per tutti i lavoratori, soprattutto per coloro che svolgono l’attività all’aperto.  Le principali patologie associate al caldo sono:  Alcuni infortuni sul lavoro possono […]

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Ondate di calore e temperature elevate possono essere un pericolo per le persone più vulnerabili (anziani, bambini, donne in gravidanza), per coloro che sono affetti da patologie croniche e, più in generale, per tutti i lavoratori, soprattutto per coloro che svolgono l’attività all’aperto. 

Le principali patologie associate al caldo sono: 

  • Crampi da calore (spasmi dolorosi alle gambe, all’addome e sudorazione)
  • Colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 °C, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, stato confusionale, deliri o convulsioni, possibile perdita di coscienza)
  • Colpo di sole (rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea
  • Esaurimento da calore (abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale)
  • Surriscaldamento e disidratazione

Alcuni infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore.  Le elevate temperature, infatti, possono causare malori o ridurre l’attenzione e, quindi, aumentare il rischio di infortuni. Gli infortuni più frequenti sono incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni o amputazioni. 

Cosa fare in caso di colpo di calore di un collega?  

Chiamare il 118. Fino all’arrivo dei soccorsi è importante assistere la persona attraverso alcune semplici azioni: 

  • Portarlo/a all’ombra e al fresco
  • Farlo/a sdraiare in caso di vertigini oppure preferire la posizione sul fianco in caso di nausea. Mantenerlo in assoluto riposo
  • Slacciare e/o togliere gli abiti
  • Misurare la temperatura corporea
  • Cercare di raffreddare rapidamente il corpo. Se possibile avvolgerlo in un lenzuolo bagnato e ventilarlo/a. In alternativa, raffreddare la pelle con spugnature di acqua fresca (non fredda): in particolare raffreddare fronte, nuca ed estremità, ventilando e spruzzando acqua sul corpo.

Fattori di rischio e fattori legati al luogo di lavoro

Alcune caratteristiche personali possono aumentare la possibilità di colpo di calore: 

  • alterazione dei meccanismi fisiologici di termoregolazione 
  • assunzione di alcolici e di alcuni farmaci
  • età maggiore di 65 anni
  • gravidanza
  • obesità oppure eccessiva magrezza
  • presenza di alcune patologie croniche (come diabete, cardiopatie,  broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie neurologiche)
  • sesso. È maggiore il rischio per le donne

Esistono anche fattori legati al luogo di lavoro, ad esempio:

  • lavoro con esposizione diretta al sole oppure lavori che richiedono un grande impegno fisico
  • scarso consumo di liquidi/impossibilità di procurarsi da bere
  • ritmo di lavoro intenso
  • pause di recupero insufficienti
  • abbigliamento protettivo pesante o equipaggiamento ingombrante
  • scarso riposo notturno. 

Chi sono i lavoratori più rischio?

Si tratta principalmente di coloro che svolgono attività lavorative all’aperto, impieghi complessi, pesanti e che vengono programmati principalmente d’estate. Questi lavori, dunque, espongono il lavoratore durante le ore più calde della giornata e ad elevato rischio di stress termico (generalmente dalle 14.00 alle 17.00). 

I lavoratori all’aperto ricevono circa 3 volte la dose di radiazioni UV dei lavoratori indoor. Non solo, anche quando il cielo è nuvoloso si è esposti alla radiazione solare UV. Le nuvole, infatti ,non bloccano il passaggio dei raggi ultravioletti. Le protezioni individuali, quindi, sono necessarie per ridurre l’esposizione, soprattutto se non si dispone di ombra o ripari. 

Lo sai che…

Gli agricoltori che indossano il cappello possono avere sulla fronte una dose di radiazioni 6 volte minore, sul naso 3 volte minore e sulle guance 2 volte minore.

I lavoratori più a rischio sono gli operai addetti a trasporto e produzione di materiali, addetti a macchinari e utensili, lavoratori all’aperto (come manovratori, installatori, asfaltatori, cantonieri stradali, cavatori, edili, agricoltori, addetti alla pesca). 

Come proteggersi dal sole a lavoro

Per il lavoratore, la prevenzione passa da alcuni semplici passi: 

  • Non disidratarsi. Avere sempre a disposizione dell’acqua fresca e bere regolarmente, a prescindere dallo stimolo della sete. In caso di moderata attività e in condizioni moderatamente calde, il consiglio è bere circa 1 bicchiere ogni 15/20 minuti
  • Indossare abiti leggeri di cotone, comodi e traspiranti, di colore chiaro. Indossare anche un copricapo o cappello. Si sconsiglia di lavorare a pelle nuda (ad esempio, senza maglietta)
  • Bagnarsi con acqua fresca per rinfrescarsi
  • Lavorare, laddove possibile, in zone meno esposte al sole
  • Supportare il proprio lavoro con ausili meccanici 

Rimane sempre importante informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza, in caso di colpo di calore. Per i lavoratori più suscettibili allo stress termico, consultare uno specialista in medicina del lavoro.

Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioOpuscoliCaldo.jsp?lingua=italiano&id=344

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Cosa fare per difendersi dal caldo? https://www.materdomini.it/news/cosa-fare-per-difendersi-dal-caldo/ Fri, 09 Aug 2024 07:49:47 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34412 Per ridurre le conseguenze del caldo, il Ministero della Salute ha pubblicato una serie di consigli che possono aiutare a ridurre i rischi sia per sé stessi sia per le persone più fragili (anziani/anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli). 10 consigli per affrontare il caldo estivo Guarda […]

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Per ridurre le conseguenze del caldo, il Ministero della Salute ha pubblicato una serie di consigli che possono aiutare a ridurre i rischi sia per sé stessi sia per le persone più fragili (anziani/anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli).

10 consigli per affrontare il caldo estivo

  1. Non uscire nelle ore più calde ed evitare l’esposizione diretta al sole, tra le ore 11.00 e le 18.00
  2. Oscurare le finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili, come persiane o veneziane, per bloccare il passaggio della luce, ma non dell’aria. Anche l’aria condizionata è efficace contro il caldo: il consiglio è regolare la temperatura tra 25-27°C per evitare bruschi sbalzi termici rispetto all’ambiente esterno. I ventilatori meccanici, invece, accelerano il movimento dell’aria, ma non abbassano la temperatura e per questo motivo, nonostante siano accesi, il corpo continua a sudare. È importante, quindi, usarli con cautela ed evitare di accenderli quando la temperatura dell’ambiente interno supera i 32°C
  3. Bere molta acqua e mangiare frutta fresca. È necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete, soprattutto per gli anziani. Esistono tuttavia particolari condizioni di salute (come l’epilessia, le malattie del cuore, del rene o del fegato) per le quali l’assunzione eccessiva di liquidi è controindicata. Per questo motivo è necessario consultare il medico prima di aumentare l’apporto di liquidi 
  4. Moderare l’assunzione di bevande contenenti caffeina ed evitare alcolici
  5. Preferire pasti leggeri. La digestione aumenta la produzione di calore nel corpo diventando un vero e proprio “lavoro” per il nostro organismo 
  6. Vestire abiti comodi e leggeri. Preferire indumenti di cotone, lino o fibre naturali e non sintetiche. All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri UV
  7. Ricordare di ventilare l’auto prima di un viaggio. Regolare la temperatura a valori di circa 5 gradi in meno rispetto l’esterno, evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri. Evitare di viaggiare nelle ore più calde della giornata e tenere in macchina una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, nemmeno per brevi periodi
  8. Non praticare sport nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, se si pratica attività fisica, occorre bere molti liquidi. Per gli sportivi possono essere necessari anche gli integratori
  9. Assistere le persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli) e segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento. Negli anziani, un campanello di allarme può essere la riduzione di alcune attività quotidiane (spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi). Controlla la temperatura corporea dei bambini abbassandola, se necessario, con una doccia tiepida e, quando possibile, aprire il pannolino
  10. Dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarla in una zona ombreggiata

Guarda il video con i consigli 

Opuscolo scaricabile

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La dott.ssa Carmine Fantò nuova responsabile della radiologia senologica di Humanitas Mater Domini https://www.materdomini.it/news/la-dott-ssa-carmine-fanto-nuova-responsabile-della-radiologia-senologica-di-humanitas-mater-domini/ Fri, 26 Jul 2024 09:20:32 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34371 A luglio ha fatto il suo ingresso in Humanitas Mater Domini la dott.ssa Carmine Fantò, per guidare, con la carica di Capo Sezione, la radiologia senologica dell’ospedale. Gli obiettivi in Humanitas Mater Domini “Il mio obiettivo”, dichiara la dott.ssa Fantò, “è quello di creare percorsi di diagnosi per immagini altamente personalizzati, tenendo conto delle specificità […]

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A luglio ha fatto il suo ingresso in Humanitas Mater Domini la dott.ssa Carmine Fantò, per guidare, con la carica di Capo Sezione, la radiologia senologica dell’ospedale.

Gli obiettivi in Humanitas Mater Domini

“Il mio obiettivo”, dichiara la dott.ssa Fantò, “è quello di creare percorsi di diagnosi per immagini altamente personalizzati, tenendo conto delle specificità individuali di ogni singola paziente, come l’allattamento, la presenza di protesi, la storia familiare e la densità mammografica. Non si tratta solo di eseguire degli esami”, continua la professionista, “ma di integrare la diagnostica per immagini nella realtà personale di ogni paziente, includendo donne asintomatiche, sintomatiche, con familiarità, con mutazioni genetiche e già operate, per seguire con attenzione i loro controlli periodici”, conclude la dottoressa.

La dottoressa Carmine Fantò

La dott.ssa Fantò si è specializzata in Radiodiagnostica a Verona con un approfondimento in Senologia Radiologica, attraverso un Master multidisciplinare in Senologia. 

Prima di entrare a far parte di Humanitas Mater Domini, ha ricoperto il ruolo di Responsabile per la Struttura semplice screening mammografico presso l’APSS di Trento. Qui ha lavorato intensamente sulla programmazione e comunicazione anche attraverso associazioni di volontariato. È membro del comitato scientifico “Lotus, oltre il tumore al seno”, un’associazione dedicata alla sensibilizzazione del tumore al seno.

La dott.ssa Fantò ha collaborato con l’oncologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento per sviluppare percorsi di diagnosi mirati per le donne sottoposte a trattamenti neoadiuvanti, con l’obiettivo di dedicare a queste pazienti una medicina personalizzata e di precisione. Inoltre, ha approfondito lo studio delle protesi al seno, con particolare interesse all’estetica femminile.

La dott.ssa Fantò è stata coinvolta in vari progetti come responsabile, tra cui importanti campagne di sensibilizzazione sulle tematiche della mammografia con mezzo di contrasto e sulla tomosintesi, ossia la mammografia in 3D. 

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Le indicazioni per accedere in Humanitas Mater Domini in sicurezza https://www.materdomini.it/news/le-indicazioni-per-accedere-in-humanitas-mater-domini-in-tutta-sicurezza/ Fri, 05 Jul 2024 15:01:52 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=29220 Dal 1° luglio non sono più in vigore le disposizioni relative alla prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 previste dalla Circolare Ministeriale del 27 dicembre 2023. Con riferimento alla Circolare del Ministero della Salute del 01/07/2024 “Raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute” e la […]

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Ultimo aggiornamento luglio 2024

Il riferimento è alla Circolare del Ministero della Salute del 01/07/2024 “Raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute” e alla Nota di Regione Lombardia prot. n. G1.2024.0026189 del 01/07/2024

Dal 1° luglio non sono più in vigore le disposizioni relative alla prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 previste dalla Circolare Ministeriale del 27 dicembre 2023.

Con riferimento alla Circolare del Ministero della Salute del 01/07/2024 “Raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute” e la Nota di Regione Lombardia prot. n. G1.2024.0026189 del 01/07/2024, seguono gli aggiornamenti riguardo le disposizioni per l’uso dei dispositivi di protezione respiratoria, l’esecuzione di tamponi e l’ingresso di visitatori e accompagnatori.

Indicazioni per l’uso della mascherina in ospedale

Per gli operatori sanitari, pazienti, caregiver, accompagnatori e visitatori l’obbligo di utilizzo della mascherina decade, ma rimane:

  •  fortemente raccomandato in Oncologia e Day Hospital Oncologico (raccomandata la FFP2), nelle aree di attesa, in tutte le aree sanitarie,  soprattutto nell’assistenza con stretto e lungo tempo di contatto, ed in particolare in Terapia intensiva e Pronto Soccorso
  • obbligatorio in caso di segni e/o sintomi di Covid o altra malattia infettiva respiratoria per tutta la permanenza in ospedale e fino all’esclusione della causa infettiva dei sintomi

Quando è necessario eseguire il tampone COVID-19

Rimane l’obbligo di eseguire il tampone in alcuni casi specifici:

  • pazienti e caregiver in presenza continuativa, solo se manifestano sintomi respiratori o suggestivi:
    • in pronto soccorso
    • già ricoverati in degenza e/o al momento dell’ingresso in degenza
    • in regime di pre-ricovero, durante la valutazione clinico-assistenziale
  • per i pazienti che segnalano un contatto negli ultimi 5 giorni:
    • già ricoverati in degenza e/o al momento dell’ingresso in degenza
    • in regime di pre-ricovero durante la valutazione clinico-assistenziale

In caso di tampone nasofaringeo con esito positivo nel momento del pre-ricovero, il ricovero sarà riprogrammato secondo le tempistiche indicate dallo specialista curante e dopo negativizzazione.
I pazienti ricoverati, invece, saranno isolati e gestiti secondo i protocolli di sicurezza dell’ospedale. 

Visite ai pazienti ricoverati

Sono consentite 2 visite al giorno per ogni paziente ricoverato, negli orari specificati per ogni degenza, con la presenza di 1 solo visitatore alla volta (ad esclusione dei casi di paziente minorenne, persone con disabilità, fine vita oppure se si dispone di specifica autorizzazione da parte del medico tutor o del coordinatore infermieristico).

Le visite possono essere autorizzate dal personale di reparto anche in orario dei pasti, soprattutto a favore di pazienti con necessità maggiori di assistenza.

Si ricorda l’importanza di rinviare la visita in caso di segni e/o sintomi di malattia infettiva respiratoria, per la sicurezza del paziente ricoverato. Rimane importante anche una corretta igiene delle mani come strumento principale di prevenzione.

Per conoscere gli orari di visita è possibile consultare le pagine dedicate:

Per ulteriori informazioni

Per altri approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate:

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Laboratori di bellezza gratuiti per donne in terapia oncologica: l’iniziativa de La forza e il sorriso Onlus in Humanitas Mater Domini https://www.materdomini.it/news/laboratori-di-bellezza-gratuiti-per-donne-in-terapia-oncologica-liniziativa-de-la-forza-e-il-sorriso-onlus-in-humanitas-mater-domini/ Tue, 25 Jun 2024 10:18:14 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34258 Inaugurati ieri in Humanitas Mater Domini a Castellanza (VA), i laboratori di bellezza gratuiti de La forza e il sorriso Onlus per le donne in terapia oncologica, in collaborazione con Insieme con Humanitas, l’associazione di volontariato dell’ospedale. Sono oltre 50 gli enti e le strutture sanitarie già presenti in tutta Italia che hanno abbracciato il […]

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Inaugurati ieri in Humanitas Mater Domini a Castellanza (VA), i laboratori di bellezza gratuiti de La forza e il sorriso Onlus per le donne in terapia oncologica, in collaborazione con Insieme con Humanitas, l’associazione di volontariato dell’ospedale.

Sono oltre 50 gli enti e le strutture sanitarie già presenti in tutta Italia che hanno abbracciato il progetto de La forza e il sorriso Onlus. Si unisce anche l’ospedale Humanitas Mater Domini con i suoi professionisti, in stretta collaborazione con la senologia e Insieme con Humanitas.

«Sono molto orgogliosa dell’avvio di questa nuova iniziativa perché rientra all’interno del percorso multidisciplinare e integrato di trattamento della patologia e presa in carico delle nostre pazienti – sottolinea la dott.ssa Simona Sancini, Direttrice Sanitaria di Humanitas Mater Domini. Si va oltre la malattia, verso il benessere psicologico e psicofisico, non di minore importanza durante il percorso di cura. Questa iniziativa, inoltre, si aggiunge alle campagne di prevenzione e diagnosi precoce dedicate alla salute femminile che l’ospedale e i suoi centri medici organizzano nel corso di tutto l’anno».

«Sono lieta di comunicare l’avvio di un nuovo sodalizio con un’altra sede della grande famiglia Humanitas con cui collaboriamo da diversi anni – dichiara Anna Segatti, Presidente de La forza e il sorriso Onlus.  In particolare, in Humanitas Gavazzeni di Bergamo, Humanitas San Pio X di Milano e in Humanitas di Rozzano, si aggiunge il quarto tassello di un virtuoso mosaico che va ad arricchire ulteriormente la Lombardia, la regione che conta più sedi e associazioni coinvolte: Humanitas Mater Domini di Castellanza!  La forza e il sorriso Onlus, infatti, si espande sempre di più grazie al fiorire di nuove collaborazioni in tutta Italia. L’obiettivo, invece, da oltre 15 anni, rimane radicato e immutato: abbracciare le donne colpite da tumore e far riscoprire loro piccole ma fondamentali gioie della vita: ritrovare allo specchio sorrisi, espressioni, sguardi, consapevolezze di sé che la malattia tende ad accantonare. Lo facciamo attraverso i nostri laboratori di make-up e skincare, occasioni di condivisione, benessere, sana spensieratezza, classi del “volersi bene”. Un mio sentito grazie va ai volontari coinvolti, dal personale medico ai beauty coach, e alla fiducia che le partecipanti ripongono in noi!».

L’iniziativa, che non interferisce con le cure mediche né intende in alcun modo sostituirsi a esse, si traduce dunque nella realizzazione di laboratori di bellezza gratuiti per aiutare le partecipanti a riconquistare senso di benessere ed autostima, senza rinunciare alla propria femminilità. I laboratori di bellezza realizzati da La forza e il sorriso Onlus prevedono un gruppo di 4-6 donne, che si riunisce per circa due ore insieme a un beauty coach per imparare utili accorgimenti e consigli pratici, al fine di mascherare gli effetti secondari delle terapie oncologiche, tramite il trattamento della pelle e l’applicazione del make-up. Il tutto con il supporto della psicologa dell’ospedale, che segue l’incontro e sostiene le partecipanti in caso di necessità.

«Prendersi cura di sé, dedicandosi del tempo avendo cura del proprio aspetto e della propria femminilità, favorisce il benessere psicologico, migliora la stima di sé, aiuta a sentirsi meglio. Proprio per questo i laboratori di bellezza offrono alle donne che stanno affrontando percorsi di cure oncologiche un’esperienza piacevole e rilassante, per stare bene insieme, sentirsi belle e ricaricarsi di positività» – afferma la dottoressa Paola Della Porta, psicologa di Humanitas Mater Domini.

Durante il laboratorio viene donato ad ogni donna presente un kit ricco di prodotti cosmetici per il make-up e la cura della pelle. La beauty bag offerta servirà per esercitarsi e mettere in pratica in autonomia i consigli appresi dai consulenti di bellezza.

Per conoscere le prossime date ed avere informazioni sull’iniziativa è possibile contattare Mariolina Belloli, Coordinatrice Insieme con Humanitas (0331 476339 [email protected]) oppure Simona Canti (0331 476325 – [email protected]).

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Sushi: è un alimento nutriente? https://www.materdomini.it/news/sushi-e-un-alimento-nutriente/ Tue, 18 Jun 2024 07:02:49 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34252 La cucina giapponese, con i suoi sushi e sashimi, è ormai un cibo consolidato nel panorama gastronomico italiano. Quanto è nutriente questo piatto? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care.  Quali sono i suoi benefici? Il sushi è un piatto che […]

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La cucina giapponese, con i suoi sushi e sashimi, è ormai un cibo consolidato nel panorama gastronomico italiano. Quanto è nutriente questo piatto? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care. 

Quali sono i suoi benefici?

Il sushi è un piatto che può offrire numerosi benefici nutrizionali, grazie a:

  • Carboidrati del riso: forniscono energia al nostro organismo
  • Proteine del pesce: sono essenziali per la crescita e la riparazione dei tessuti
  • Omega 3 del pesce: è risaputo il beneficio degli omega 3 sulla salute, ad esempio, per ridurre il rischio di diabete e malattie cardiache
  • Alga nori: è ricca di  vitamine A,B,C di fibre e di minerali, come iodio, magnesio, calcio e ferro
  • Vitamine: non essendo sottoposto a cottura, il sushi mantiene integre molte vitamine, tra cui A, B1, B2 e B5 e D
  • Condimenti: wasabi, zenzero e salsa di soia, aggiungono antiossidanti (gli isotiocianati), vitamine e sali minerali con un basso apporto calorico

Il riso, sempre presente nel sushi, caratterizza questa preparazione come ricca di carboidrati ma si evidenziano anche proteine ad alto valore biologico derivanti dalla carne, dal pesce e dalle uova, e lipidi di qualità mista, sia saturi che insaturi con un notevole apporto di acidi grassi essenziali. Il quantitativo vitaminico è buono ma non completo, manca soprattutto la vitamina C, mentre quello minerale pare abbastanza eterogeneo anche se, con queste porzioni di carne, pesce, uova e tofu, raggiungere i livelli raccomandati di calcio e ferro non è impresa facile. L’unico dettaglio degno di nota è la carenza di fibra alimentare ed in particolar modo di quella solubile.

Si consiglia di integrare un’alimentazione a base di sushi con frutta e verdura.

Esistono dei rischi legati al consumo di sushi?

Accanto ai benefici, il consumo di sushi può essere anche rischioso se non viene rispettato il corretto iter di preparazione del pesce crudo. Quest’ultimo, infatti, deve essere abbattuto a temperature inferiori ai -20°C per almeno 24 ore per eliminare la maggior parte dei batteri e parassiti nocivi per la salute. 

A chi potrebbe essere sconsigliato mangiare sushi?

È sconsigliato il consumo di sushi a:

  • Donne in gravidanza: gli alimenti poco oppure non del tutto cotti aumentano il rischio di infezioni come salmonella o toxoplasmosi che possono causare complicazioni durante la gravidanza.
  • Persone con problemi tiroidei: l’eccessivo consumo di alghe (utilizzate per preparare gli involtini) oppure di salsa di soia, possono influire negativamente sulla funzione tiroidea
  • Persone diabetiche: poiché il riso utilizzato per preparare il sushi viene addizionato di zuccheri e addensanti, determinando un alto indice glicemico è un alimento sconsigliato ai diabetici, come anche altre pietanze contenenti riso vanno evitate, come nigiri, uramaki e hosomaki.

Dunque, quanto sushi consumare nella propria dieta?

Come per ogni alimento, importante è la moderazione nel consumo.

 Il sushi può essere un pasto completo se consumato con equilibrio. Le formule “all you can eat”, a volte, possono portare ad un consumo eccessivo, rendendo questo pasto meno salutare.

Nei ristoranti fusion, inoltre, il sushi può essere arricchito con ingredienti ipercalorici come salse, maionese, formaggio, frutta e persino foie gras, che ne aumentano significativamente l’apporto calorico.

Quindi, sì al sushi ma con attenzione e moderazione.

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Humanitas Mater Domini: chiusure estive 2024 https://www.materdomini.it/news/humanitas-mater-domini-chiusure-estive-2024/ Mon, 17 Jun 2024 09:57:18 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34250 Durante il periodo estivo gli orari di apertura di alcuni servizi di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care limitrofi potranno subire alcune variazioni. Humanitas Mater Domini  Building 1 (Via Gerenzano, 2 – Castellanza) L’attività ambulatoriale e il Punto Prelievi saranno chiusi nella giornata di giovedì 15 agosto. Il 16 e il […]

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Durante il periodo estivo gli orari di apertura di alcuni servizi di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care limitrofi potranno subire alcune variazioni.

Humanitas Mater Domini 

Building 1 (Via Gerenzano, 2 – Castellanza)

L’attività ambulatoriale e il Punto Prelievi saranno chiusi nella giornata di giovedì 15 agosto. Il 16 e il 17 agosto l’attività ambulatoriale si svolgerà fino alle ore 14:00.

Dal 12 al 14 agosto l’Accettazione presente nell’area di Endoscopia e Gastroenterologia Digestiva osserverà l’orario ridotto dalle 07:30 alle 16:00, mentre il 16 agosto l’attività concluderà alle 14:00

Building 3 (Via Bettinelli, 8 – Castellanza)

Dal 10 al 18 agosto il building 3 sarà chiuso. L’attività ambulatoriale è garantita nel building 1.

Centro Unico Prenotazioni 

Rimarrà chiuso durante la giornata del 15 agosto, mentre sabato 17 agosto rimarrà aperto fino alle 14.00.

Ufficio Relazioni con il Pubblico

Rimarrà chiuso da lunedì 12 a martedì 20 agosto.

Ufficio Ricoveri 

L’Ufficio ricoveri SSN osserverà i seguenti orari:

  • da lunedì 15 luglio a domenica 08 settembre: dalle 06.45 alle 17.00.
  • da lunedì 12 agosto a domenica 18 agosto: dalle 06.45 alle 16.00. 

L’ufficio rimarrà chiuso nelle giornate di giovedì 15 e venerdì 16 agosto

L’attività riprenderà regolarmente da lunedì 09 settembre. Per la richiesta di eventuali certificati di ricovero è possibile lasciare al personale infermieristico i propri recapiti per essere ricontattati.

Il call center dell’Ufficio ricoveri SSN osserverà i seguenti orari:

  • Da lunedì 15 luglio a domenica 11 agosto e da lunedì 19 agosto a domenica 8 settembre: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00
  • Da lunedì 12 agosto fino a domenica 18 agosto: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 15.30. Rimarrà chiuso giovedì 15 e venerdì 16 agosto

La regolare attività riprenderà lunedì 09 settembre.

L’Ufficio ricoveri solventi presente nel Building 3 osserverà i seguenti orari:

  • Da lunedì 29 luglio a domenica 04 agosto: dalle 08:00 alle 18:00.
  • Da lunedì 05 agosto a domenica 11 agosto: dalle 08:00 alle 16:00
  • Da lunedì 12 agosto a domenica 18 agosto: chiuso
  • Da lunedì 19 agosto a domenica 25 agosto: dalle 08:00 alle 16:00
  • Da lunedì 26 agosto a domenica 01 settembre: dalle 08:00 alle 18:00 

Invece, l’Ufficio al 4° Piano Torre del Building 1 osserverà i seguenti orari:

  • Da lunedì 29 luglio a domenica 04 agosto: dalle 08:00 alle 16:00.
  • Da lunedì 05 agosto a domenica 12 agosto: dalle 08:00 alle 18:00
  • Da lunedì 12 agosto a domenica 18 agosto: dalle 08:00 alle 17:00
  • Da lunedì 19 agosto a domenica 25 agosto: dalle 08:00 alle 18:00
  • Da lunedì 26 agosto a domenica 01 settembre: dalle 08:00 alle 16:00

L’ufficio ricoveri solventi (sia al building 1 che 3)  rimarrà chiuso tutti i sabati dal 27 luglio al 31 agosto e durante le giornate di giovedì 15 e venerdì 16 agosto. La regolare attività riprenderà lunedì 2 settembre.

Il call center dell’Ufficio ricoveri solventi osserverà i seguenti orari:

  • Da lunedì 29 luglio a domenica 11 agosto: dalle 9.00 alle 17.00
  • Da lunedì 12 a domenica 18 agosto: dalle 9.00 alle 16.30. Rimarrà chiuso giovedì 15 e venerdì 16 agosto
  • Da lunedì 19 agosto domenica 1 settembre: dalle 9.00 alle 17.00

Il call center rimarrà chiuso tutti i sabati a partire dal 27 luglio fino al 31 agosto. La regolare attività riprenderà lunedì 2 settembre.

Humanitas Medical Care: le chiusure 

Per maggiori informazioni riguardo le chiusure dei centri medici di Arese, Busto Arsizio, Lainate e Varese è possibile visitare il sito www.humanitas-care.it 

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Protesi di ginocchio e anca: robotica, intelligenza artificiale ed algoritmi accanto al paziente nel percorso di cura https://www.materdomini.it/news/protesi-di-ginocchio-e-anca-robotica-intelligenza-artificiale-ed-algoritmi-accanto-al-paziente-nel-percorso-di-cura/ Fri, 14 Jun 2024 13:39:38 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34196 Malattie ortopediche, patologie della cartilagine e dei tendini sono in costante aumento. Personalizzare percorsi di cura e offrire terapie sempre più all’avanguardia ed efficaci diventa sempre più importante. Grazie al supporto della robotica, dell’Intelligenza artificiale e l’uso di algoritmi, in Humanitas Mater Domini, l’impianto di protesi di ginocchio e anca per ogni paziente è personalizzato […]

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Malattie ortopediche, patologie della cartilagine e dei tendini sono in costante aumento. Personalizzare percorsi di cura e offrire terapie sempre più all’avanguardia ed efficaci diventa sempre più importante. Grazie al supporto della robotica, dell’Intelligenza artificiale e l’uso di algoritmi, in Humanitas Mater Domini, l’impianto di protesi di ginocchio e anca per ogni paziente è personalizzato nell’ordine del millimetro, con l’obiettivo di garantire un recupero sempre più veloce ed efficace.

Intelligenza Artificiale per le protesi di ginocchio: la robotica a supporto dei medici

L’innovativo percorso, che vede la robotica affiancare gli specialisti dall’analisi pre-operatoria all’intervento è studiato per rispondere in modo sempre più personalizzato alle esigenze del singolo paziente e garantire un recupero più rapido ed efficiente, ed è frutto del lavoro sinergico tra medici, Robotica e Intelligenza Artificiale: nella pianificazione preoperatoria, il robot in “camice bianco” che affianca il chirurgo ortopedico permette di sfruttare il supporto di sensori e strumenti chirurgici collegati a software 3D per un’analisi dettagliata del movimento del ginocchio e la ricostruzione tridimensionale dell’anatomia delle superfici di tibia e femore. Il robot aiuta ad essere ancor più precisi nel posizionamento della protesi e questo rende più confidente l’impianto, con possibilità di durata maggiore nel tempo. L’intervento risulta estremamente personalizzato sul singolo paziente oltre che mininvasivo.

Nella fase operatoria, invece, l’analisi scientifica dei dati anatomici, di movimento e di stabilità dell’articolazione potenzia la precisione del chirurgo nel posizionamento della protesi.

Tutto questo si traduce in un più rapido recupero postoperatorio del paziente, che dopo poche ore dall’intervento può muovere il ginocchio e, dal giorno seguente, camminare.

Un navigatore computerizzato per le protesi d’anca: interventi personalizzati nell’ordine del millimetro

L’intervento di protesi d’anca si esegue con il supporto di un sistema di navigazione computerizzato che, grazie all’algoritmo di calcolo di cui è dotato, restituisce al chirurgo ortopedico dati oggettivi sulle dimensioni e sull’orientamento che le componenti protesiche dovranno rispettare per garantire un impianto estremamente personalizzato sull’anatomia del paziente. 

Grazie all’integrazione delle immagini dell’articolazione acquisite nelle fasi pre e intraoperatorie, la tecnologia permette allo specialista di studiare con maggior precisione la morfologia del pazienteidentificare le componenti protesiche più adeguate e vedere in anticipo l’esito dell’intervento. Il tutto senza inserire sul bacino e sulla gamba tracker metallici caratteristici, invece, dei sistemi di navigazione tradizionali.

Oggi, la precisione del chirurgo ortopedico viene potenziata dalla tecnologia, traducendosi in diversi vantaggi per il paziente: dalla riduzione del rischio – già raro – di lussazione post-operatoria ad una maggior stabilità muscolare, fino all’aumento della durata dell’impianto. Non solo. Anche una migliore confidenza con l’articolazione protesizzata e un più preciso controllo delle lunghezze degli arti

Uno sguardo al futuro della ricerca ortopedica

Questi sono solo alcuni degli esempi di come dietro ad ogni cura ci sia la Ricerca. Sulle patologie osteoarticolari, medici e ricercatori di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano ogni giorno per trovare nuovi trattamenti e cure.

La futura sfida sarà quella di usare il robot anche in altri tipi di intervento (ad esempio, le osteotomie) mirati a correggere deformazioni che altrimenti porterebbero a degenerazioni cartilaginee e artrosiche oltre che rendere le procedure sempre meno invasive e traumatiche, con lo sviluppo di tecniche operatorie sempre più attente alle strutture anatomiche.

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Il Cardio Center di Humanitas Mater Domini: tecnologia all’avanguardia e professionalità a servizio del cuore https://www.materdomini.it/news/il-cardio-center-di-humanitas-mater-domini-tecnologia-allavanguardia-e-professionalita-a-servizio-del-cuore/ Fri, 14 Jun 2024 13:38:45 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34197 Professionalità e tecnologia a servizio del cuore in Humanitas Mater Domini, dove l’area cardiologica si distingue per un team di professionisti e terapie personalizzate e all’avanguardia. L’équipe di cardiologia è da sempre in prima linea nella cura di malattie cardiovascolari, che rappresentano tutt’oggi ancora la prima causa di morte nel nostro paese. L’area dedicata alla […]

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Professionalità e tecnologia a servizio del cuore in Humanitas Mater Domini, dove l’area cardiologica si distingue per un team di professionisti e terapie personalizzate e all’avanguardia. L’équipe di cardiologia è da sempre in prima linea nella cura di malattie cardiovascolari, che rappresentano tutt’oggi ancora la prima causa di morte nel nostro paese.

L’area dedicata alla cardiologia clinica (diagnostica, attività ambulatoriale, ricovero), si completa con il blocco operatorio dedicato alla cardiologia interventistica (Elettrofisiologia ed Emodinamica) con percorsi clinici che assicurano una tempestiva gestione delle diverse patologie cardiache.

Il Laboratorio di Emodinamica è in prima linea nella diagnosi e cura delle patologie coronariche (infarto miocardio acuto, sindromi coronariche acute, angina stabile e instabile) ed è operativo H24, 7 giorni su 7, nella gestione delle urgenze cardiologiche, grazie anche allo studio di protocolli e procedure che permettono un sempre più rapido accesso dei pazienti dal territorio alla sala interventistica.

All’interno, un’équipe medico-infermieristica dedicata si occupa delle attività diagnostiche (coronarografie con eventuale misurazione della riserva funzionale di flusso-FFR e valutazione ecografica intravascolare-IVUS, arteriografie periferiche) ed interventistiche (angioplastiche coronariche e periferiche, valvuloplastiche aortiche).

Da tempo punto di riferimento sul territorio nazionale, il Laboratorio di Elettrofisiologia dell’Ospedale si distingue per il trattamento mediante ablazione transcatetere delle aritmie cardiache, incluse quelle più complesse (fibrillazione atriale, flutter atriali atipici, tachicardie ventricolari), con moderne tecniche di imaging ed i sistemi di mappatura 3D non fluoroscopica. L’Elettrofisiologia di Humanitas Mater Domini, inoltre, è tra i pochi centri in Italia ad usare l’approccio epicardico per il trattamento delle aritmie ventricolari.

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Innovazione tecnologica ed elevati standard di cura e sicurezza sono tra i valori portanti del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva https://www.materdomini.it/news/innovazione-tecnologica-ed-elevati-standard-di-cura-e-sicurezza-sono-tra-i-valori-portanti-del-servizio-di-gastroenterologia-ed-endoscopia-digestiva/ Fri, 14 Jun 2024 13:18:04 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34198 Con quasi 10mila visite ed esami annui, il Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva è riconosciuto tra le eccellenze di Humanitas Mater Domini anche per l’attenzione al comfort dei pazienti durante le procedure diagnostiche endoscopiche. L’ospedale, infatti, è tra gli ospedali in cui è possibile sottoporsi alla colonscopia con sedazione profonda, che permette al paziente […]

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Con quasi 10mila visite ed esami annui, il Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva è riconosciuto tra le eccellenze di Humanitas Mater Domini anche per l’attenzione al comfort dei pazienti durante le procedure diagnostiche endoscopiche. L’ospedale, infatti, è tra gli ospedali in cui è possibile sottoporsi alla colonscopia con sedazione profonda, che permette al paziente di affrontare l’esame con maggior tranquillità. A questa, si aggiunge anche la gastroscopia transnasale, un’indagine non invasiva che, a differenza della tradizionale, viene eseguita con un sondino dal piccolo diametro che viene introdotto nella narice, riducendo il fastidio dell’indagine.

Tumore del colon-retto: la colonscopia si integra all’Intelligenza Artificiale

I nuovi orizzonti delle tecniche diagnostiche prevedono anche una minore percezione del dolore e l’esecuzione di esami o approfondimenti che permettono diagnosi sempre più accurate.  Un esempio è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) in ambito diagnostico. In Humanitas Mater Domini le colonscopie sono eseguite con il supporto dell’AI che potenzia l’accuratezza diagnostica della colonscopia: grazie all’algoritmo di cui è dotata, la tecnologia permette di rilevare il 13% in più di adenomi (polipi) o lesioni tumorali del colon, generando marcatori e suoni a basso volume che segnalano allo specialista l’area in cui è necessaria una valutazione visiva più approfondita.

Nuovi sistemi di disinfezione e tracciamento: la cura passa anche dall’attenzione alla strumentazione

Non solo maggior accuratezza diagnostica, ma anche più sicurezza grazie ad un nuovo sistema di disinfezione degli strumenti endoscopici. Attraverso l’introduzione di un sistema informatizzato di ultima generazione, infatti, è possibile tracciare il percorso di ogni singolo strumento, dalla fase di utilizzo a quella di stoccaggio. Per ridurre ulteriormente il rischio di infezioni, sono stati rivisti i percorsi e l’intero processo di lavaggio degli strumenti con una nuova tecnologia che permette di trattarli ad altissima disinfezione (ossia eliminare gli agenti patogeni con acidi a temperature ambiente) e stoccarli per consentire una conservazione.

Grazie alla Ricerca c’è cura. Grazie a te c’è Ricerca

Questo è solo un esempio di come dietro ad ogni cura ci sia la Ricerca. Sulle patologie gastroenterologiche, medici e ricercatori di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano ogni giorno per sviluppare innovazioni tecnologiche che possano supportare i professionisti sanitari durante le procedure e migliorare i percorsi di cura.

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Pelle: proteggerla in estate a partire dalla tavola https://www.materdomini.it/news/estate-e-tintarella-9-alimenti-che-proteggono-la-pelle/ Fri, 14 Jun 2024 09:53:19 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=9550 L’estate è il periodo dell’anno in cui si è maggiormente esposti al sole. Tuttavia, nonostante l’esposizione solare consente al nostro organismo di assorbire la vitamina D, fondamentale per l’assorbimento dello ione Calcio nelle ossa, il sole può anche trasformarsi in un nemico per la salute della pelle con le classiche scottature, macchie e molto altro. […]

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L’estate è il periodo dell’anno in cui si è maggiormente esposti al sole. Tuttavia, nonostante l’esposizione solare consente al nostro organismo di assorbire la vitamina D, fondamentale per l’assorbimento dello ione Calcio nelle ossa, il sole può anche trasformarsi in un nemico per la salute della pelle con le classiche scottature, macchie e molto altro.

L’alimentazione può essere un aiuto. Ci sono, infatti, alcuni cibi che proteggono la pelle dai raggi solari e che non devono mai mancare nelle nostre tavole. Ne parliamo con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care.

Carote

Questi importanti ortaggi da radice, che comunque non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione in qualsiasi periodo dell’anno, possiedono molta vitamina A ed E, oltre al beta-carotene. Proprio quest’ultimo, inoltre, è il precursore della vitamina A, ovvero l’elemento fondamentale affinchè la stessa si formi. Attenzione però a come assorbirla: la vitamina A è liposolubile (si scioglie nei lipidi), dunque, per assorbirla a livello intestinale è bene associare il suo consumo a un alimento lipidico. Il migliore è l’olio extravergine di oliva, ricco inoltre di vitamina E che aiuta a guarire dalle scottature, oltre ad essere un potente antiossidante e, quindi, anticancerogeno.

Solo con questo abbinamento il nostro organismo sarà in grado di assorbire la vitamina A contenuta nella carota. La vitamina A, inoltre, protegge dagli effetti dannosi del sole ed è importante anche a livello del sistema immunitario.

Tuttavia, il quantitativo di assunzione raccomandato di vitamina A varia dai 400 ai 600 microgrammi al giorno a seconda delle fascia di età e del sesso. Quindi, anche in questo caso si parla di assunzione di un alimento in generale, bisogna considerare che l’assunzione di vitamine e minerali deve essere sempre personalizzato, in quanto anche un’assunzione di vitamine elevata rispetto al fabbisogno soggettivo può trasformarsi in un’arma contro la nostra salute, come dimostrato da diversi studi scientifici. Infatti, anche se una vitamina o un minerale ha proprietà anticancerogene ed effetti protettivi sulla nostra salute, non vuol dire che più se ne assume con l’alimentazione meglio è. Anzi, è proprio l’opposto in quanto la salute dell’organismo deriva da un delicatissimo equilibrio chimico.

Agrumi

Limoni e arance proteggono dall’azione nociva del sole; grazie al loro contenuto in vitamina C svolgono un’importante azione di prevenzione contro il tumore alla pelle. Gli agrumi, inoltre, proteggono da scottature e macchie solari.

Melograno

È ricco di sostanze ad azione antiossidante e di acido ellagico, molecole chimiche che proteggono dai raggi UVA e UVB che risultano essere i più cancerogeni. II melograno, inoltre, aumenta la protezione di una crema solare del 20%.

Fragole

Oltre ad essere tra i frutti più gustosi in assoluto che la stagione estiva ci regala, sono straordinariamente efficaci per l’azione protettiva nei confronti dei raggi solari.

Possiedono infatti notevoli quantità di vitamina C e di antiossidanti che proteggono la pelle dalla formazione di radicali liberi causati dai raggi del sole.

Thè verde

Prezioso alleato contro i rischi solari. Possiede svariate molecole chimiche,  in particolare i tannini e l’epigallocatechingallato, molecola annoverata nella lista dei longevity smart food (cibi che allungano la vita in quanto agiscono sul DNA) in grado sia di lenire le scottature, ma soprattutto di proteggere il nostro organismo dalle radiazioni UV, di rafforzare il sistema immunitario e di prevenire vari tipi di tumore (in particolare al seno)

Mandorle

Ottime per raggiungere un’abbronzatura perfetta e assolutamente sicura. Le mandorle contengono la quercetina, anch’essa annoverata tra i longevity smart food. Questa molecola chimica svolge una funzione protettiva del sistema immunitario dalle radiazioni UV dannose. La vitamina E di cui sono ricche le mandorle, inoltre,  aiuta a guarire velocemente dalle scottature ed è anche un potente antiossidante di cui necessita l’organismo

Pomodoro

Con il sopraggiungere del caldo diventa uno degli alimenti più consumati in estate per la sua freschezza e per la sua facilità di essere combinato in molte varianti. E’ un alimento ricco in vitamina C,  licopene e sostanze antiossidanti e sono proprio tali sostanze che proteggono il sistema immunitario dai danni dei raggi solari cancerogeni.

Anguria

Si tratta di uno dei frutti maggiormente dissetanti, rinfrescanti e ricchi d’acqua. Possiede molte proprietà terapeutiche e benefiche per il nostro organismo.

Una di queste, per esempio, è il contenuto in licopene, un antiossidante naturale contenuto soprattutto nelle angurie dalla polpa più rossa che addirittura possono superare anche i pomodori per il contenuto in licopene.

Anche chi è attento alla linea può mangiare l’anguria senza problemi e trarre dei benefici perché questo frutto ricco d’acqua stimola la diuresi e l’eliminazione delle tossine. Attenzione però a chi soffre di iperglicemia e di diabete: in questo caso si può mangiare una fetta di anguria in sostituzione di un altro frutto, preferibilmente dopo un pasto completo (lipidi e proteine riducono l’indice glicemico) e non come spuntino a merenda da solo, in quanto aumenterebbe l’indice glicemico.

Secondo i più recenti studi scientifici, mangiare anguria in estate permette di proteggere la pelle dai rischi legati ad una eccessiva esposizione ai raggi UV. Alcune delle preziose proprietà dell’anguria sono state confermate da alcuni recenti studi scientifici, che hanno dimostrato la sua capacità di rappresentare un aiuto naturale contro le malattie cardiache e di ridurre i livelli del colesterolo cattivo. L’anguria dunque può diventare una nuova arma naturale per tenersi in forma e proteggere il cuore grazie all’azione della citrullina, un amminoacido contenuto nel frutto e già noto alla comunità scientifica per le sue proprietà benefiche contro l’ipertensione e le malattie cardiache. Dunque basterebbe una fetta di anguria al giorno per aiutare il nostro organismo a ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. Il consumo di anguria, inoltre, può contribuire a migliorare la qualità del sonno. Mangiare un paio di fettine di anguria dopo cena può stimolare nell’organismo la produzione di serotonina, per via del suo contenuto di carboidrati. Quando, nelle ore serali, i livelli di serotonina salgono, il cervello è meno sensibile ai segnali di disturbo, come i rumori, favorendo un riposo più tranquillo.

L’anguria inoltre ha un alto contenuto di minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio, utile al nostro organismo per rifornire di energia le cellule ma anche di vitamine, in particolare la vitamina B6 che è un cofattore utile al nostro organismo per sintetizzare la dopamina, un neurotrasmettitore importantissimo e la vitamina C. Inoltre, il frutto è ricco di antiossidanti come il beta carotene, precursore della vitamina A e di licopene, tipico dei vegetali di colore rosso. Altra sostanza fondamentale che ritroviamo nell’anguria è la citrullina, precedentemente menzionata. Questa sostanza è un amminoacido precursore dell’arginina. L’arginina è ritenuta un vero e proprio viagra naturale, in grado di dilatare i vasi sanguigni e di migliorare l’afflusso di sangue verso gli organi genitali

Curcuma

Questa spezia è un alleato per la protezione dai raggi solari nocivi in quanto è ricca in antiossidanti e ha proprietà antiinfiammatorie.

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Pasto sotto l’ombrellone: il gelato può essere un’alternativa? https://www.materdomini.it/news/pasto-sotto-lombrellone-il-gelato-puo-essere-unalternativa/ Fri, 14 Jun 2024 09:10:11 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34212 Un pasto equilibrato deve apportare tutte le categorie di macronutrienti e di micronutrienti specialmente durante la stagione più calda. Un pasto corretto, quindi, potrebbe essere rappresentato da un piatto di pasta fredda o di riso conditi con verdure crude, olio extravergine d’oliva, pezzettini di formaggi caprini (tipo feta), o tonno in scatola e per finire […]

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Un pasto equilibrato deve apportare tutte le categorie di macronutrienti e di micronutrienti specialmente durante la stagione più calda. Un pasto corretto, quindi, potrebbe essere rappresentato da un piatto di pasta fredda o di riso conditi con verdure crude, olio extravergine d’oliva, pezzettini di formaggi caprini (tipo feta), o tonno in scatola e per finire il pasto un frutto di stagione. In questo modo abbiamo fornito all’organismo carboidrati, proteine e lipidi ma anche vitamine e minerali grazie alle verdure e alla frutta di fine pasto.

Il gelato, sia a livello calorico sia a livello bromatologico, non può essere considerato sostitutivo di un pasto. Scopriamo insieme il perché analizzando la sua composizione.

“Per essere sano ed equilibrato, un pasto deve apportare carboidrati, proteine, lipidi, fibre, vitamine e minerali. Un gelato, sia alla frutta sia alla crema, non apporta tutti questi macro e micronutrienti, in quanto manca di fibra, che viene fornita dalle verdure, dagli ortaggi e dalla frutta, e di vitamine e minerali. Tuttavia, a seconda del tipo di gelato che scegliamo, ogni tanto può essere inserito in una dieta sana ed equilibrata. Dunque, se vogliamo pranzare con un gelato la scelta migliore sarà un cono con un gelato con una crema come può essere la nocciola oppure il cioccolato, perchè in questo modo garantiamo all’organismo carboidrati, proteine e lipidi senza provocare un innalzamento repentino della glicemia, come succede invece se con un gusto alla frutta”, spiega la dottoressa Elisabetta Macorsini, Biologa nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care. 

Tuttavia,  poiché i carboidrati forniti da un gelato sono principalmente zuccheri, ovvero carboidrati semplici (non paragonabili a quelli forniti dal pane o dalla pasta) e i lipidi sono quelli saturi forniti in genere dal latte, è necessario per la cena bilanciare l’apporto di zuccheri forniti in quel giorno. Dunque, sarà importante fare un pasto completo costituito da:

  • un primo piatto: ad esempio riso, pasta, orzo, farro
  • un secondo: preferibilmente pesce o carne bianca. Da evitare formaggi, salumi e uova perché apporterebbero un quantitativo di lipidi saturi che, se non calcolato in maniera personalizzata, potrebbero essere in eccesso rispetto ai fabbisogni quotidiani
  • contorno di verdure, per l’apporto fondamentale della fibra. 

Il condimento da preferire è l’olio d’oliva, lipide monoinsaturo di cui l’organismo necessita quotidianamente. È chiaro che per ogni persona le quantità sono differenti in base alle esigenze e ai fabbisogni specifici.

Infine,  è bene precisare che ogni persona ha un fabbisogno di energia e di nutrienti specifico che dipendono dall’età, dal sesso, dallo stile di vita, dal metabolismo basale, dal fabbisogno energetico, dal modo in cui vegnono assorbiti i nutrienti e da altri fattori che rendono necessario per ogni persona un approccio personalizzato. Quindi, se è vero che questi alimenti hanno le suddette proprietà, è indispensabile che ogni persona abbia una dieta personalizzata in base alle proprie esigenze e ai propri fabbisogni.

L’elenco degli alimenti è una guida generale per porre l’attenzione su ciò è possibile prediligere o è meglio evitare, non va inteso come sostituto di prescrizione soggettiva che possa andare bene per qualsiasi persona.

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Igiene intima in menopausa: come curarla al meglio https://www.materdomini.it/news/igiene-intima-in-menopausa-come-curarla-al-meglio/ Fri, 14 Jun 2024 08:49:04 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34207 Una corretta igiene intima è fondamentale per contrastare fastidiose infezioni e mantenere freschezza durante la giornata. A volte, un eccesso di zelo o l’utilizzo di prodotti non adatti alla condizione dell’ecosistema femminile, possono determinare infezioni, irritazioni, bruciori e altri fastidi. Le varie fasi di vita di una donna, infatti, richiedono di osservare delle regole precise […]

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Una corretta igiene intima è fondamentale per contrastare fastidiose infezioni e mantenere freschezza durante la giornata. A volte, un eccesso di zelo o l’utilizzo di prodotti non adatti alla condizione dell’ecosistema femminile, possono determinare infezioni, irritazioni, bruciori e altri fastidi.

Le varie fasi di vita di una donna, infatti, richiedono di osservare delle regole precise per quanto riguarda l’igiene intima in menopausa, durante la gravidanza e in età fertile. Ognuno di questi momenti si caratterizza per cambiamenti che intervengono anche sull’acidità dell’ambiente vaginale. Il motivo sono gli ormoni: cambiano gli equilibri e cambia l’ecosistema.

Ne parla la dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini, spiega cosa sono e da cosa possono dipendere.

Come la menopausa cambia l’acidità dell’ambiente intimo

In menopausa cala il livello di estrogeni e si assiste ad un assottigliamento naturale dei tessuti genitali. La mucosa vaginale e la cute genitale esterna diventano più delicate e sensibili, talvolta fragili. In alcuni casi, questo non comporta particolari fastidi ma, per 1 donna su 3, si trasforma in una patologia da controllare con visite ginecologiche: l’atrofia vulvo vaginale.

Allo stesso tempo, diminuisce anche la capacità di auto-lubrificazione, quindi aumenta la secchezza vaginale e cambia l’acidità (il pH) dell’ambiente intimo che può aumentare e divenire meno efficace nel contrastare i batteri con i quali entriamo in contatto ogni giorno.

Nel periodo in cui la donna è fertile (ad eccezione della gravidanza) l’ambiente intimo registra un’acidità media di pH 4,5.  Questo valore rende l’ecosistema “inospitale” e, in molti casi, “inaccessibile” alla maggior parte dei batteri che non vi resistono. In realtà, le sentinelle che ci proteggono sono i cosiddetti “lattobacilli di Doderlein”, che prosperano in ambiente acido: batteri “buoni” in grado di generare acido lattico.

È facile dunque comprendere come, un ambiente neutro che non dà la possibilità ai lattobacilli di “produrre” acido lattico, sia più indifeso e più facilmente attaccabile dalle infezioni. È per questo motivo che sono più frequenti i casi di infezioni intime.

Posso proteggere il mio ecosistema con la giusta igiene intima?

Innanzitutto, è importante non esagerare con l’igiene: lavaggi troppo frequenti possono interferire negativamente con le capacità di autodifesa dell’ambiente genitale. Questa regola diventa ancora più importante in menopausa quando l’uso di saponi aggressivi, asciugature energiche e acqua troppo fredda o troppo calda, possono causare irritazioni, abrasioni, lesioni e – ancora una volta – facilitare il diffondersi di infezioni.

I consigli per una buona igiene intima

Lavarsi una o due volte al giorno è sufficiente a garantire una buona igiene intima. Oltre questo è importante usare il giusto detergente seguendo alcuni accorgimenti: 

  • utilizzare sempre un detergente non aggressivo e possibilmente specifico per la menopausa, meglio in versione oleo-latte o oleosa che rispetti il ph cutaneo dei genitali.
  • scegliere detergenti naturali, con basso contenuto di tensioattivi e profumi che possono rivelarsi irritanti per la mucosa delicata; sono ottimi i detergenti che contengono camomilla, aloe oppure Tea Tree Oil, sostanze naturali in grado di contrastare le infezioni senza aggredire la cute.

In presenza di irritazioni o di perdite vaginali sospette è opportuno rivolgersi ad un ginecologo oppure una ginecologa che potranno eseguire una visita approfondita ed eventualmente un tampone per verificare la presenza di infezioni controllando anche lo stato generale del tessuto genitale per verificare la presenza, anche in fase iniziale, di atrofia vulvo vaginale.

Igiene intima in menopausa: i consigli

In sintesi, come curare al meglio l’igiene intima in menopausa? Le principali raccomandazioni sono: 

  • durante la visita ginecologica è possibile chiedere un consiglio riguardo un prodotto specifico per l’igiene intima
  • non usare lavande vaginali di tua spontanea volontà: questi presidi servono solo in caso di reale necessità oppure di infezioni
  • due lavaggi al giorno sono sufficienti. Utilizza acqua tiepida, mai fredda o troppo calda
  • nel lavaggio, procedi da davanti a dietro evitando movimenti in senso contrario che potrebbero causare contaminazioni da Escherichia Coli (colibatteri normalmente presenti nelle feci) che causano vaginiti e cistiti
  • attenzione a non asciugarti sfregando eccessivamente con tessuti ruvidi. Piuttosto tampona con asciugamani di lino che vanno cambiati con molta frequenza, possibilmente ogni giorno. In alternativa utilizza carta bianca monouso senza profumi
  • bevi tanto, durante tutto il giorno. Una corretta idratazione favorisce una depurazione dell’organismo dall’interno e mantiene anche una buona regolarità intestinale, importante per evitare infezioni
  • Non indossare biancheria intima sintetica né usare assorbenti o proteggi slip che spesso, oltre a impedire ai tessuti di respirare, contengono anche profumi che irritano le mucose
  • Allo stesso modo, sono da evitare pantaloni troppo stretti che inibiscono la microcircolazione

(*) Referenze

Linee guida SIGO

Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240

Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44

Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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Intervento di protesi della spalla in caso di artrosi: un approfondimento https://www.materdomini.it/news/intervento-di-protesi-della-spalla-in-caso-di-artrosi-un-approfondimento/ Fri, 14 Jun 2024 08:44:38 +0000 https://www.materdomini.it/?post_type=news&p=34208 È una patologia che causa dolore, instabilità e limitazioni nella funzionalità dell’articolazione. Parliamo di artrosi della spalla, una patologia curata con trattamenti conservativi oppure ricorrendo alla chirurgia protesica. L’opzione chirurgica viene valutata dal chirurgo ortopedico in funzione dei sintomi, dell’età, del tipo di artrosi diagnosticata, del livello di compromissione della funzionalità articolare, la compresenza di […]

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È una patologia che causa dolore, instabilità e limitazioni nella funzionalità dell’articolazione. Parliamo di artrosi della spalla, una patologia curata con trattamenti conservativi oppure ricorrendo alla chirurgia protesica. L’opzione chirurgica viene valutata dal chirurgo ortopedico in funzione dei sintomi, dell’età, del tipo di artrosi diagnosticata, del livello di compromissione della funzionalità articolare, la compresenza di altre malattie o le aspettative di recupero.

Come si esegue l’intervento? Ne parliamo con il dottor Antonio Giardella, ortopedico e capo sezione di Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini.

In cosa consiste l’intervento di sostituzione protesica della spalla?

L’intervento chirurgico prevede la sostituzione dell’articolazione gleno-omerale usurata a causa dell’artrosi. La sostituzione può essere totale oppure parziale, a seconda delle condizioni cliniche del paziente, 

In base alle condizioni e allo sviluppo dell’artrosi, le protesi di spalla possono essere:

  • Protesi anatomiche: usate soprattutto per condizioni definite di “omartrosi concentrica”, in cui i tendini della cuffia dei rotatori sono ancora integri
  • Protesi inverse: usate quando i tendini della cuffia dei rotatori sono compromessi, non più riparabili ed è presente un’usura eccentrica a carico dell’articolazione gleno-omerale
  • Protesi di rivestimento: usate in caso di pazienti giovani, quando è presente una patologia artrosica di tipo concentrico che non ha compromesso i tendini della cuffia dei rotatori o in presenza di una necrosi cefalica.

Intervento di protesi della spalla: cosa è importante sapere

L’intervento per l’impianto di protesi della spalla si esegue in anestesia loco-regionale (consente un buon controllo del dolore anche nel post operatorio), in anestesia generale (permette un buon miorilassamento del paziente con un buon controllo del sanguinamento) o mista (quella più praticata). A seguito dell’intervento, il paziente utilizzerà un tutore reggibraccio per circa 4 settimane e, dunque, anche dopo la dimissione dall’ospedale.  

Dopo la dimissione, è importante intraprendere un percorso riabilitativo per riprendere la piena funzionalità dell’articolazione. Il percorso viene affiancato anche da una terapia per la gestione del dolore post-operatorio. 

In particolare, il percorso di riabilitazione post-operatorio può comprendere la kinesiterapia, per riprendere i movimenti di polso, gomito e spalla, ed esercizi di mobilizzazione passiva e ripresa graduale dell’attività quotidiana.

Il percorso prevede regolari controlli dei progressi da parte del fisioterapista, in accordo con l’ortopedico e eventuali ulteriori approfondimenti clinici e/o radiologici.

I vantaggi dell’intervento di protesi della spalla

L’impianto di protesi della spalla consente al paziente di risolvere il dolore e le limitazioni funzionali causate dall’avanzamento dell’artrosi. Dopo l’intervento, è possibile ridurre gli impatti della patologia sulla vita quotidiana e sul benessere della persona. Non solo, il paziente può riprendere le attività sportive abbandonate a causa della patologia e “a basso impatto”, come il nuoto, il trekking e la bicicletta (su terreni non accidentati e che non prevedono forti sollecitazioni del manubrio).

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