{"id":3033,"date":"2013-04-01T18:37:06","date_gmt":"2013-04-01T18:37:06","guid":{"rendered":"https:\/\/www.materdomini.it\/malattie\/tumore-seno\/"},"modified":"2022-08-02T14:56:06","modified_gmt":"2022-08-02T14:56:06","slug":"tumore-seno","status":"publish","type":"disease","link":"https:\/\/www.materdomini.it\/malattie\/tumore-seno\/","title":{"rendered":"Tumore seno"},"content":{"rendered":"

La mammella \u00e8 un organo ghiandolare, presente in entrambi i sessi, ma molto sviluppata nelle femmine.
\n\u00c8\u00a0costituita da 15-18 lobi, ognuno dei quali contiene pi\u00f9 lobuli e un dotto galattoforo principale, che si apre nel capezzolo e consente i passaggio del latte dai lobuli al capezzolo.<\/p>\n

Il tumore al seno<\/strong> \u00e8 caratterizzato da una moltiplicazione incontrollata di alcune cellule che, con il tempo, acquisiscono la capacit\u00e0 di infiltrare i tessuti circostanti e di diffondersi e riprodursi in altri organi del corpo.
\nNon si tratta di un’unica forma patologica, ma di una malattia complessa che presenta molteplici variabili biologiche a cui corrispondono livelli di aggressivit\u00e0 e andamenti clinici differenti. Variabili che oggi, grazie ai continui progressi della ricerca, conosciamo sempre meglio e questo consente di personalizzare la cura scegliendo, fra le varie opzioni disponibili, la pi\u00f9 idonea ed efficace per le caratteristiche biologiche di ogni singolo caso.<\/p>\n

Il tumore al seno<\/strong> \u00e8 di gran lunga il pi\u00f9 frequentemente diagnosticato in tutte le fasce d\u2019et\u00e0 nel sesso femminile e, dalla fine degli anni settanta, la sua incidenza \u00e8 quasi raddoppiata e si prevede continuer\u00e0 a crescere raggiungendo nel 2030 i 55.000 nuovi casi\/anno.
\nLa diffusione della malattia sul territorio nazionale non \u00e8 tuttavia omogenea, esistono infatti significative differenze nelle diverse macro aree geografiche: annualmente ogni 100.000 abitanti si registrano 124 casi al Nord, 100 al Centro e 91 al Sud. Fra le regioni italiane la Lombardia \u00e8 una di quelle a pi\u00f9 alta incidenza e, nell\u2019ambito del territorio lombardo, la maggior concentrazione di casi si registra in provincia di Varese dove si ammalano circa 750 donne all\u2019anno.<\/p>\n

Fattori di rischio<\/h2>\n

Numerosi sono i fattori che si associano ad un aumento del rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Alcuni, come l\u2019et\u00e0, il menarca precoce, il numero di gravidanze o la menopausa tardiva non sono purtroppo di nessuna utilit\u00e0 sul piano della prevenzione perch\u00e9 difficili se non impossibili da modificare. Altri invece legati alle abitudini e allo stile di vita sono senz\u2019altro meritevoli di maggior attenzione perch\u00e9 una loro correzione pu\u00f2 contribuire a ridurre l\u2019incidenza della malattia.<\/p>\n

Informare e rendere le donne consapevoli di quanto possono fare a tutela della propria salute \u00e8 uno degli obiettivi dell\u2019Unit\u00e0 di Senologia di Mater Domini<\/strong>, che si avvale anche della collaborazione dei medici specialisti in genetica, ginecologia, psicologia e dietologia.<\/p>\n

Et\u00e0<\/h3>\n

Il tumore della mammella si manifesta raramente al di sotto dei 30 anni<\/strong>, mentre sette casi su dieci vengono diagnosticati dopo la menopausa. Le probabilit\u00e0 di ammalarsi di tumore al seno aumentano esponenzialmente fino all\u2019et\u00e0 di 50-55 anni, poi rallentano per qualche anno, per riprendere a crescere dopo i 60 anni e per tutte le decadi successive. L\u2019et\u00e0 si rileva quindi il principale fattore di rischio per questo tumore che \u00e8 tanto pi\u00f9 frequente quanto pi\u00f9 l\u2019et\u00e0 \u00e8 avanzata: ci\u00f2 nonostante moltissime donne dopo i 70 anni non si sottopongono pi\u00f9 a controlli regolari ritenendo erroneamente di essere \u201cfuori pericolo\u201d. Da ci\u00f2 consegue l\u2019elevata percentuale di tumori al seno in stadio avanzato diagnosticati nelle anziane e il maggior tasso di tasso di mortalit\u00e0 per causa specifica che si registra in queste donne rispetto alle quelle appartenenti a fasce d\u2019et\u00e0 inferiori.<\/p>\n

Storia familiare<\/h3>\n

La presenza di un parente di primo grado, anche di sesso maschile, che abbia sviluppato un tumore al seno, aumenta il rischio di ammalarsi e, se i familiari colpiti sono pi\u00f9 numerosi, anche le probabilit\u00e0 di contrarre la malattia aumentano. L\u2019entit\u00e0 del rischio \u00e8 inoltre correlata con l\u2019et\u00e0 in cui i parenti si sono ammalati ed \u00e8 significativamente maggiore in caso di neoplasia diagnosticata prima dei 50 anni. Questa generica predisposizione pu\u00f2 in parte essere spiegata dalla condivisione di uno stile di vita non corretto da parte dei membri della stessa famiglia e non va in ogni caso confusa con le forme eredo-familiari dovute alla presenza di specifiche mutazioni genetiche.<\/p>\n

Mutazioni genetiche ereditarie<\/h3>\n

\u00c8\u00a0noto come alcune mutazioni genetiche siano correlate con l\u2019insorgenza del tumore al seno<\/strong>. Quelle pi\u00f9 conosciute riguardano i geni BRCA1 e BRCA2<\/strong>, ma il numero di geni coinvolti sembra essere sicuramente maggiore. Questi \u201cerrori\u201d del patrimonio genetico trasmessi come caratteri ereditari si stima siano responsabili del 5-7% di tutti i tumori della mammella.<\/p>\n

Una donna che non presenta alcuna mutazione nel corso della propria vita, ha mediamente una probabilit\u00e0 di sviluppare la malattia del 12%. Tale probabilit\u00e0 pu\u00f2 invece salire fino al 90% in caso di mutazioni BRCA1\/BRCA2. Nelle donne mutate che gi\u00e0 abbiano contratto il tumore al seno<\/strong>, il rischio di svilupparne un secondo nei dieci anni dopo la prima diagnosi \u00e8 notevolmente pi\u00f9 elevato rispetto a quello delle donne che non presentano mutazioni dei geni.
\nLa maggior parte dei tumori al seno<\/strong> non riconosce tuttavia un origine genetica e studi recenti suggeriscono alcuni fattori, come ad esempio lo stile di vita e l\u2019attivit\u00e0 fisica, possano ridurre il rischio anche nelle donne con documentate mutazioni genetiche.<\/p>\n

Obesit\u00e0<\/h3>\n

In menopausa le donne in sovrappeso hanno un rischio pi\u00f9 elevato di avere un tumore al seno<\/strong> rispetto alle normopeso. Questo \u00e8 principalmente legato al fatto che il tessuto grasso contiene un particolare enzima (aromatasi) in grado di trasformare gli ormoni androgeni, normalmente prodotti dalle ghiandole surrenali, in estrogeni che svolgono un ruolo importante nel processo di sviluppo del tumore al seno<\/strong>.<\/p>\n

Alcune evidenze scientifiche dimostrano, inoltre, come non sia solo la quantit\u00e0 di tessuto adiposo a condizionare l\u2019aumento del rischio ma anche la sua distribuzione. Le donne con accumulo di grasso a livello addominale (immagine corporea a forma \u201cdi mela) sembrano infatti avere un rischio ridotto rispetto a quelle con l\u2019adipe a disposizione ginoide (immagine corporea forma di pera), cio\u00e8 maggiormente concentrato a livello della met\u00e0 inferiore del corpo: glutei, fianchi e cosce.<\/p>\n

Consumo di alcool<\/h3>\n

Esiste certamente un legame fra tumore al seno<\/strong> e consumo di alcool che pu\u00f2 aumentare il rischio attraverso diversi meccanismi come: causare una modifica del metabolismo degli ormoni estrogeni, favorendo un loro incremento nel sangue o ridurre la concentrazione di acido folico, vitamina importante per i processi di riparazione del DNA.<\/p>\n

L\u2019entit\u00e0 dell\u2019aumento del rischio \u00e8 proporzionale alla quantit\u00e0 di alcool assunta<\/strong> e pu\u00f2 risultare superiore al 20% nelle donne che bevono due o tre drink alcolici al giorno rispetto alle astemie.<\/p>\n

Contraccezione orale<\/h3>\n

L\u2019uso della pillola contraccettiva aumenta solo in maniera modesta il rischio di tumore al seno<\/strong>. Un utilizzo prolungato, superiore a dieci anni, lo aumenta in maniera pi\u00f9 significativa. Dopo dieci anni dalla sospensione il rischio si riduce a livelli simili a quello delle donne che non hanno mai usato i contraccettivi. Va precisato che questi dati sono il frutto di studi condotti in passato quando le pillole avevano un contenuto di ormoni decisamente superiore rispetto alle attuali.<\/p>\n

Se da un lato una valutazione sull\u2019opportunit\u00e0 di assumere la pillola contraccettiva non pu\u00f2 non tener conto di questo rischio, d\u2019altra parte, vanno ricordati anche i suoi benefici legati, non solo alla prevenzione di gravidanze indesiderate, ma anche della diminuzione delle probabilit\u00e0 di insorgenza di tumori dell\u2019utero e dell\u2019ovaio.<\/p>\n

Terapia ormonale sostitutiva in menopausa<\/h3>\n

Molte evidenze indicano oggi che la terapia ormonale sostitutiva non dovrebbe essere impiegata di routine per la sua azione preventiva, ma solo in presenza di indicazioni precise. Per le donne in terapia con questi farmaci il rischio di sviluppare un tumore al seno<\/strong> sale entro i primi cinque anni di utilizzo e per ogni anno di terapia aumenta leggermente. Recenti studi hanno per altro evidenziato come la terapia ormonale sostitutiva non aumenta significativamente la qualit\u00e0 di vita delle donne in menopausa, anche per quelle che soffrono di vampate.<\/p>\n

Vita sedentaria<\/h3>\n

Una vita troppo sedentaria pu\u00f2 aumentare il rischio di sviluppare tumori al seno<\/strong>. Numerosi studi confermano che una regolare attivit\u00e0 fisica possa ridurre il rischio di ammalarsi di circa il 20%. L\u2019esercizio fisico aiuta a tenere sotto controllo il peso e, pertanto, contribuisce a diminuire la quantit\u00e0 totale di estrogeni.<\/p>\n

Esposizione a radiazioni ionizzanti<\/h3>\n

L’esposizione ai raggi X aumenta il rischio di sviluppare non solo quello della mammella, ma anche molti altri tumori. L\u2019entit\u00e0 del rischio dipende per\u00f2 dalla dose totale di radiazioni assorbite e dall’et\u00e0 in cui ci si espone: l’effetto negativo \u00e8 massimo prima del 20 anni, diminuisce tra i 20 e i 40 anni e diventa del tutto trascurabile dopo i 40. Questo va ricordato in quanto ci sono ancora molte donne che evitano di sottoporsi alla mammografia per paura,nonostante la dose di radiazioni erogata dalle moderne apparecchiature sia minima ed assolutamente priva di rischio oncogeno.<\/p>\n

Densit\u00e0 mammografica<\/h3>\n

La mammella \u00e8 costituita prevalentemente da tessuto ghiandolare (quello che si ammala di tumore) e tessuto adiposo. Quando la componente ghiandolare \u00e8 predominante, cosa che avviene soprattutto nelle donne pi\u00f9 giovani, il seno alla mammografia viene definito radiologicamente denso. Esistono molti gli studi che dimostrano come la densit\u00e0 sia un fattore di rischio e che le donne con densit\u00e0 elevata abbiano da quattro a cinque volte pi\u00f9 probabilit\u00e0 di sviluppare un tumore al seno<\/strong>.<\/p>\n

La Diagnosi<\/h2>\n

Presso Humanitas Mater Domini le pazienti asintomatiche possono effettuare, su prenotazione, una visita specialistica e i principali esami di routine, come l\u2019ecografia mammaria e la mammografia.
\nLe pazienti sintomatiche possono inoltre avvalersi di indagini pi\u00f9 approfondite come l\u2019agobiopsia e la biopsia sotto guida ecografica. In questo caso il percorso diagnostico si conclude con un referto anatomo-patologico comprensivo, se necessario, della caratterizzazione biologica della malattia.
\nSpecialisti dedicati (senologi, oncologi, genetisti e psico-oncologi) possono consigliare le pazienti ad alto rischio eredo-familiare, valutando anche l\u2019indicazione ad eseguire il test genetico e i successivi controlli clinici e radiologici pi\u00f9 opportuni a seconda del livello di rischio.<\/p>\n

Gli ambulatori senologici di Humanitas Mater Domini sono dotati di:<\/p>\n

Apparecchiature <\/strong>all\u2019avanguardia di diagnostica ed interventistica (mammografo digitale con tomosintesi)<\/a><\/p>\n

Risonanza Magnetica mammaria<\/strong><\/a><\/p>\n

I Trattamenti<\/h2>\n

Humanitas Mater Domini garantisce alle pazienti un percorso terapeutico multidisciplinare<\/strong> costruito in base alla presentazione clinica ed istologica del tumore al seno<\/strong>. Il trattamento di questa neoplasia pu\u00f2 prevedere l\u2019intervento chirurgico, la terapia medica (chemioterapia, ormonoterapia e terapia biologica), la chirurgia plastico-ricostruttiva.<\/p>\n

Chirurghi senologi e chirurghi plastici lavorano assieme per garantire le cure migliori a ciascuna paziente. L\u2019\u00e9quipe multidisciplinare include anche specialisti di Oncologia Medica e Medicina Interna fisioterapisti, psicologi e, in collaborazione con l\u2019Istituto Clinico Humanitas (Rozzano – MI), specialisti in medicina nucleare, radioterapisti e genetisti.<\/p>\n

In casi selezionati di donne portatrici di mutazione genetica (BRCA1 e BRCA2), Humanitas Mater Domini garantisce uno specifico percorso diagnostico-terapeutico<\/strong> che si prende cura della gestione del rischio, dalla farmaco-prevenzione alla chirurgia profilattica.<\/p>\n

Le terapie del tumore all’esofago si suddividono in trattamenti chirurgici<\/strong> e non chirurgici<\/strong>.<\/p>\n

Trattamento chirurgico del tumore al seno<\/h3>\n

Clicca qui<\/strong><\/a> per visualizzare i trattamenti chirurgici per la cura del tumore al seno.<\/p>\n

Trattamento medico del tumore al seno<\/h3>\n

Clicca qui<\/strong><\/a> per visualizzare i trattamenti medici per la cura del tumore al seno.<\/p>\n","protected":false},"featured_media":0,"template":"","meta":{"ngg_post_thumbnail":0},"class_list":["post-3033","disease","type-disease","status-publish","hentry"],"yoast_head":"\nTumore al Seno: Diagnosi e Cure - Humanitas Mater Domini<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Il tumore al seno raramente pu\u00f2 svilupparsi anche negli uomini. 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