{"id":3075,"date":"2013-04-01T20:08:10","date_gmt":"2013-04-01T20:08:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.materdomini.it\/malattie\/metastasi-epatiche\/"},"modified":"2018-03-06T11:17:40","modified_gmt":"2018-03-06T11:17:40","slug":"metastasi-epatiche","status":"publish","type":"disease","link":"https:\/\/www.materdomini.it\/malattie\/metastasi-epatiche\/","title":{"rendered":"Metastasi epatiche"},"content":{"rendered":"
ll fegato \u00e9 tra gli organi pi\u00f9 frequentemente colpiti da metastasi originate da tumori maligni che insorgono in tutte le parti del corpo. In genere il coinvolgimento del fegato fa parte di un processo pi\u00f9 esteso, che interessa anche altri organi, come polmoni, ossa, encefalo. In queste situazioni, i trattamenti sono generalmente di tipo sistemico (ossia dati per vena o per bocca), per poter garantire una diffusione a tutte le sedi interessate.<\/p>\n
Le metastasi danno segni di s\u00e9 solo nelle fasi pi\u00f9 avanzate con sintomi come debolezza, inappetenza, vaghi dolori nella sede del fegato, alterazioni degli esami del sangue.<\/p>\n
La diagnosi viene quasi sempre effettuata mediante esami strumentali (ecografia, TAC, MR e PET) ed ematici (marcatori tumorali come CEA e CA 19-9). Per questo motivo \u00e8 opportuno effettuare, dopo un intervento per cancro colorettale, controlli periodici per poter effettuare una diagnosi precoce delle metastasi al fegato, qualora si presentino.<\/p>\n
Una volta posta la diagnosi \u00e9 necessario sia valutare pi\u00f9 accuratamente la situazione a livello epatico, sia escludere la presenza di metastasi in altre sedi. A tale scopo, gli esami utili sono:<\/p>\n
La resezione chirurgica di parte del fegato interessato dalle metastasi o delle singole metastasi si \u00e8 dimostrata nel tempo la forma di terapia che ottiene i migliori risultati, in quanto la sopravvivenza a cinque anni, nelle maggiori casistiche, varia tra il 40 ed il 60%.<\/p>\n
E\u2019 quindi una chirurgia che, se messa in atto da mani esperte, pu\u00f2 conseguire ottimi risultati, che per\u00f2 dipendono in parte anche dall\u2019estensione della malattia e da altre caratteristiche quali sede e numero delle metastasi, entit\u00e0 dell\u2019interessamento epatico, precocit\u00e0 della comparsa e condizioni funzionali dell\u2019organo.<\/p>\n
Il fegato ha la propriet\u00e0 di rigenerare autonomamente le parti che ne vengono asportate. Se compaiono ulteriori metastasi si possono quindi eseguire resezioni ripetute nel tempo, seguendo i criteri adottati per le resezioni primarie. Inoltre, il risparmio di tessuto sano, possibile grazie alle tecniche di guida ecografica, permette di mantenere inalterate le soluzioni tecniche disponibili all\u2019atto del primo intervento anche per le eventuali successive operazioni.<\/p>\n
Nei casi in cui esistano fattori prognostici negativi, a causa dei quali il risultato della resezione chirurgica \u00e8 pi\u00f9 dubbio, \u00e8 ormai consolidata l\u2019indicazione ad effettuare contemporaneamente altre terapie (chemioterapia, termoablazione, embolizzazione, radioterapia stereotassica).<\/p>\n
Consiste nella somministrazione di pi\u00f9 farmaci, con l\u2019intento di ridurre le dimensioni ed il numero delle metastasi, sino a poterle ricondurre alla chirurgia. Oltre a rendere tecnicamente fattibili interventi chirurgici che senza il suo apporto preventivo sarebbero di difficile o impossibile esecuzione, la risposta al trattamento rappresenta un elemento importante per valutare la prognosi.<\/p>\n
Dopo l\u2019intervento chirurgico di resezione delle metastasi epatiche, pu\u00f2 essere somministrato un trattamento chemioterapico allo scopo di ridurre il rischio di recidiva della malattia.<\/p>\n
Nelle situazioni in cui la chemioterapia non ha la finalit\u00e0 di portare ad operabilit\u00e0 le metastasi (neoadiuvante), oppure non viene ottenuto lo scopo riduttivo di cui si \u00e8 parlato prima, il trattamento sistemico pu\u00f2 comunque consentire un controllo della malattia grazie alla vasta gamma di farmaci disponibili, tra i quali i nuovi farmaci biologici.<\/p>\n
Viene utilizzata nelle situazioni in cui la resezione di una o pi\u00f9 metastasi possa essere di difficile applicazione, per via di condizioni locali o generali. Pu\u00f2 essere attuata sotto la guida di una ecografia, introducendo la sonda attraverso la cute; pu\u00f2 anche essere utilizzata durante l\u2019intervento di resezione chirurgica, per completare l\u2019eliminazione di tutte le metastasi.<\/p>\n
In alcuni casi selezionati \u00e8 possibile procedere, in associazione con altre metodiche terapeutiche, a terapie trans-catetere, eseguite cio\u00e8 con metodica angiografica, attraverso un sottile cateterino, portato nell\u2019arteria epatica e nei suoi rami pi\u00f9 periferici attraverso puntura dell\u2019arteria femorale. In questo modo le sostanze che hanno lo scopo di bloccare l\u2019apporto di sangue vengono iniettate nei rami arteriosi che nutrono la metastasi, cercando di determinare la necrosi del nodulo. In alcuni casi s utilizza una combinazione di sostanze embolizzanti e chemioterapia.<\/p>\n
I pazienti in cui non sono indicati l’intervento chirurgico o altri trattamenti locali, sono candidabili ad una innovativa metodica, la radioterapia sterotassica (SBRT), che permette di somministrare al tumore alte dosi di radiazioni, in poche sedute di trattamento, con risparmio degli organi sani vicini. La terapia non \u00e8 invasiva e non richiede anestesia.<\/p>\n","protected":false},"featured_media":0,"template":"","meta":{"ngg_post_thumbnail":0},"class_list":["post-3075","disease","type-disease","status-publish","hentry"],"yoast_head":"\n