{"id":613,"date":"2013-03-18T16:54:00","date_gmt":"2013-03-18T16:54:00","guid":{"rendered":"http:\/\/materdomini.local\/news\/l-infarto\/"},"modified":"2024-05-23T10:40:29","modified_gmt":"2024-05-23T10:40:29","slug":"infarto-il-cuore-non-aspetta-ogni-minuto-e-prezioso","status":"publish","type":"news","link":"https:\/\/www.materdomini.it\/news\/infarto-il-cuore-non-aspetta-ogni-minuto-e-prezioso\/","title":{"rendered":"Infarto: il cuore non aspetta, ogni minuto \u00e8 prezioso"},"content":{"rendered":"\n

Un dolore improvviso e violento al petto, dietro lo sterno, irradiato al braccio o al collo<\/strong>. Un malessere diffuso<\/strong>, uno stato di agitazione<\/strong> accompagnato da pallore, sudorazione e tachicardia:<\/strong> questi i primi sintomi dell\u2019infarto, che possono durare pochi minuti, ma anche alcune ore.<\/p>\n\n\n\n

Fondamentale riconoscerli e trattarli in tempi rapidi,<\/strong> per salvare il muscolo cardiaco e ridurre drasticamente danni gravi e irreversibili (che rispondono ai nomi di disfunzione ventricolare sinistra severa, rottura di cuore, aritmie maligne e morte).<\/p>\n\n\n\n

Infarto: prima causa di morte in Italia<\/h2>\n\n\n\n

In Italia il tasso di mortalit\u00e0 legato alle sindromi coronariche acute \u00e8 di 129 ogni 100mila abitanti, <\/strong>143 per gli uomini e 116 per le donne, e nonostante il nostro Paese sia tra quelli con la pi\u00f9 bassa mortalit\u00e0, l\u2019infarto<\/a> <\/strong>e le malattie cardiovascolari <\/strong>rappresentano comunque la prima causa di morte<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Negli ultimi anni le possibilit\u00e0 di cura si sono ampliate notevolmente grazie all\u2019evoluzione tecnica e tecnologica<\/strong>. In particolare, l\u2019angioplastica coronarica percutanea<\/a> (PTCA) insieme allo sviluppo di materiali sempre pi\u00f9 raffinati, fra cui gli stent medicati (retine metalliche che permettono di mantenere aperta nel tempo la coronaria e che rilasciano nella parete dell\u2019arteria un farmaco specifico che riduce le recidive di ricostruzione della coronaria), consentono di curare malattie coronariche sempre pi\u00f9 complesse, che in precedenza erano di pertinenza esclusivamente chirurgica, con applicazione del by-pass.<\/p>\n\n\n\n

Sindromi coronariche acute: facciamo chiarezza!<\/h2>\n\n\n\n

Equivalente alla morte di aree pi\u00f9 o meno estese di cellule cardiache, l’infarto \u00e8 una patologia compresa nel gruppo delle sindromi coronariche acute.<\/strong> La conseguenza di queste patologie \u00e8 l\u2019improvvisa ostruzione trombotica<\/strong> di una delle arterie coronarie<\/strong> che forniscono il sangue al cuore. L’apporto di ossigeno al muscolo cardiaco diventa cos\u00ec scarso, o nullo, fino a provocare la morte di aree pi\u00f9 o meno ampi<\/em>e”, spiega dottor Angelo Anzuini<\/strong><\/a>, Responsabile della Cardiologia di Humanitas Mater Domini.<\/p>\n\n\n\n

In alcuni casi l\u2019ostruzione coronarica non \u00e8 improvvisa, ma pu\u00f2 svilupparsi nel tempo come conseguenza dell\u2019accrescersi della placca aterosclerotica che pu\u00f2 provocare l\u2019angina cronica, cio\u00e8 un dolore toracico per sforzi di una certa entit\u00e0, conseguenza del mancato, o transitorio, apporto di ossigeno al cuore, che “vive sotto sforzo”. “Nei casi di angina cronica stabile la terapia farmacologica anti-ischemica \u00e8 di fondamentale importanza, ma spesso non \u00e8 sufficiente, tanto che sorge la necessit\u00e0 di essere sottoposti ad angioplastica coronarica e impianto di stent<\/em>“, chiarisce il dottore.<\/p>\n\n\n\n

Infarto: una lotta contro il tempo<\/h2>\n\n\n\n

Se i sintomi sospetti non si risolvono nell\u2019arco di 10-15 minuti<\/strong>, \u00e8 importante recarsi rapidamente al Pronto Soccorso pi\u00f9 vicino. Il paziente in ospedale \u00e8 visitato con urgenza e sottoposto a elettrocardiogramma<\/a> <\/strong>e a un prelievo del sangue<\/a><\/strong>. Se la diagnosi di infarto del miocardio<\/a> <\/strong>\u00e8 confermata, viene immediatamente somministrata la terapia farmacologica specifica. In Humanitas Mater Domini la sala di Emodinamica \u00e8 aperta 24h<\/strong> e, se necessario, pu\u00f2 essere eseguita l\u2019<\/strong>angioplastica<\/strong> d\u2019urgenza<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Il compito del medico di Pronto Soccorso \u00e8 cruciale <\/em>\u2013 sottolinea il dottor Anzuini<\/strong> \u2013 perch\u00e9 anche altre patologie presentano sintomi analoghi a quelli dell\u2019infarto, come la<\/em> gastrite, l’ulcera gastrica o duodenale, l’esofagite, la pleurite, mio-pericardite o dissezione aortica.<\/em> Inoltre<\/em>, l\u2019infarto pu\u00f2 presentarsi anche con sintomi del tutto diversi da quelli classici come nausea, vomito o dolore addominale o dorsale”<\/em>. I primi 90 dalla comparsa dei sintomi sono, quindi, i minuti cruciali per intervenire su un infarto: <\/strong>se indicata, l\u2019angioplastica entro questi tempi, in genere, permette di ridurre le possibili complicanze e mantenere il pi\u00f9 possibile vicino alla normalit\u00e0 la funzione contrattile del cuore. L’intervento in tempi pi\u00f9 lunghi, invece, potrebbe risultare molto pi\u00f9 esteso e irreversibile.<\/p>\n\n\n\n

In Humanitas Mater Domini, un Laboratorio di Emodinamica attivo 24h ed un \u00e9quipe dedicata<\/h2>\n\n\n\n

In Humanitas Mater Domini il moderno Laboratorio di Emodinamica attivo 24 ore su 24,<\/strong>7 giorni su 7 per 365 giorni all\u2019anno,<\/strong> l\u2019\u00e9quipe medico-infermieristica dedicata<\/strong> composta da 4 cardiologi interventisti e 6 infermieri professionali, la contiguit\u00e0 delle sale al Pronto Soccorso e alla Terapia Intensiva<\/strong> consente di effettuare spostamenti rapidi, offrendo al paziente una maggiore sicurezza clinica.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Non solo angiografie e angioplastiche coronariche, nel Laboratorio di Emodinamica <\/a><\/strong>di Humanitas Mater Domini si eseguono anche angioplastiche periferiche per lo studio della patologia stenosante arteriosa vascolare periferica (iliaca, femorale, renale e carotide) in anestesia locale. Attraverso l\u2019arteria radiale (polso) o femorale (inguine) si introducono dei cateteri (di diametro non superiore ai 2 mm), che vengono fatti avanzare fino al di sopra della valvola aortica del cuore e posizionati all\u2019origine delle coronarie. E’ poi iniettato un mezzo di contrasto che consente la visualizzazione sul monitor delle arterie coronarie che, quando presentano significativi restringimenti, sono dilatate con alcuni \u201cpalloncini\u201d (con un diametro variabile tra 2.5 e 4 mm) e mantenute aperte grazie al posizionamento degli stent. Questa strategia ha rivoluzionato il trattamento delle coronaropatie<\/strong> e, pi\u00f9 in generale, delle vasculopatie aterosclerotiche negli ultimi venti anni.<\/strong> Il numero di pazienti sottoposti al classico intervento di bypass aortocoronarico, infatti, si \u00e8 sensibilmente ridotto, mentre il numero di procedure percutanee \u00e8 incrementato.<\/p>\n\n\n\n

Tuttavia anche questa metodica non \u00e8 infallibile e la percentuale di insuccesso nel tempo (con possibilit\u00e0 di eseguire un\u2019altra angioplastica o l\u2019intervento di by-pass) \u00e8 dipendente dal numero di lesioni coronariche trattate, dalla loro sede anatomica e dall\u2019eventuale presenza di diabete. Per il successo del trattamento percutaneo con angioplastica \u2013 ma in generale di qualsiasi trattamento \u2013 rimane fondamentale l\u2019interazione e la collaborazione tra il medico e il paziente<\/strong>, che attraverso una corretta assunzione delle terapie farmacologiche specifiche e l\u2019adozione di uno stile di vita sano<\/strong> (dieta equilibrata, movimento, abolizione fumare, ecc.) possono pervenire a una definitiva risoluzione del problema vascolare, coronarico o periferica.<\/strong><\/p>\n\n\n