Dal 1992, il 6 maggio ricorre l’International No Diet Day, il cui slogan è “Niente dieta per un giorno”.
Una giornata internazionale per dimenticare l’ossessione del peso e imparare ad accettare il proprio corpo.
Affrontiamo il tema con il dottor Matteo Cozzi, nutrizionista di Humanitas Mater Domini.
“Oggigiorno, il concetto di dieta è spesso mal interpretato. Sempre più frequentemente, infatti, anche persone normopeso decidono di seguire in maniera ossessiva un modello di alimentazione sbagliato, nella speranza di raggiungere un risultato ideale. Molto spesso questa scelta porta all’insorgenza di molte problematiche. L’esclusione o la riduzione di particolari alimenti, infatti, provoca deficit nutrizionali non indifferenti che generano uno squilibrio dell’organismo. Oltretutto si attiva un meccanismo di compensazione che porta a ridurre i consumi energetici per sopperire alla carenza calorica. Si tratta del cosiddetto metabolismo lento che diventa controproducente per ottenere la perdita di peso tanto desiderata.”, spiega lo specialista.
Una carenza nutrizionale, inoltre, se protratta per lunghi periodi può causare anche problemi clinici irreversibili.
Prevenire l’aumento di peso? Si, con uno stile di vita sano
Il No diet day è anche l’occasione per promuovere stili di vita corretti, fondati su sane abitudini alimentari, come il consumo di alimenti di origine vegetale, cereali, legumi e fonti proteiche leggere, associate allo svolgimento di attività fisica regolare.
“Salvo particolari indicazioni per alcune patologie, la scelta consigliata è di approcciarsi all’alimentazione come facevano gli antichi greci. Per loro il termine ‘dieta’ significava stile di vita, soprattutto in ambito alimentare, ed era privo di tutte le accezioni negative che si legano con la dieta come è intesa ai giorni nostri. Seguire un percorso nutrizionale non significa per forza mangiare meno, ma mangiare meglio”, conclude lo specialista.