La ludopatia può essere considerata come una vera e propria dipendenza, al pari della nicotina o delle sostanze stupefacenti? Lo chiediamo alla dottoressa Pamela Franchi, psicologa di Humanitas Mater Domini e dei Centri Medici Humanitas Medical Care.
“Direi di sì. Come nel caso di dipendenza da sostanze, la persona inizia a credere inconsciamente che il gioco sia la sua unica ragione di vita, trascura ogni altro aspetto della sua vita ed è incapace di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.” – spiega la specialista, che prosegue – “Il mondo esterno passa in secondo piano e anche le relazioni sociali e, soprattutto, familiari si riducono. Una caratteristica che contraddistingue tutti i giocatori d’azzardo è anche la sicurezza di possedere abilità e competenze che li portano a vincere e questa convinzione provoca un continuo bisogno di mettersi alla prova per confermare le proprie capacità”.
Psicoterapia: un supporto necessario
Per la dipendenza dal gioco d’azzardo, la psicoterapia è un aiuto importante. Spesso, infatti, la ludopatia nasconde motivazioni più profonde, che possono trovare origine in disturbi psicologici, come depressione e l’ansia.
Attraverso il colloquio con uno specialista è possibile trovare una guida ed un supporto attraverso cui uscire in modo più efficace e sicuro dai comportamenti ossessivo-compulsivi. Il lavoro d’équipe, spesso, è fondamentale perché garantisce un sostegno farmacologico, educativo e occupazionale che può determinare il successo della terapia psicologica.