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Ridere: ecco perché fa bene

Ridere è importante e non solo perché sostiene il tono dellumore, riequilibrando e attenuando stress e nervosismo. La risata, infatti, è un elemento che rafforza le relazioni sociali e facilita la comunicazione con chi ci circonda, instaurando un clima emotivo di sintonia. Essa rappresenta uno stimolo positivo per la nostra salute, grazie al rilascio delle endorfine. Il benessere psicofisico dipende da numerosi fattori, ma da una risata non si può che trarre beneficio.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Alessandra Massironi, neuropsicologa e psicoterapeuta di Humanitas Mater Domini e del centro Psico Medical Care.

Perché ridiamo?

La risata ha basi innate, compare entro i primi due mesi di vita del neonato e accomuna tutte le culture. Al contrario di quanto si pensa, la risata può essere l’espressione visibile sia di stati interni positivi sia di sensazioni negative. 

Si ride quando si prova gioia, quando si è compiaciuti di qualcosa, quando si è arrabbiati e inquieti (in questi casi di parla di “risata nervosa”). 

Inoltre, la risata può essere spontanea, forzata, ironica. In alcuni quadri neurologici essa però è indicativa di un discontrollo degli impulsi, indipendentemente dalla consapevolezza del soggetto.

Va distinta dal sorriso, reazione di durata più sostenuta e di intensità più attenuata.

Sorriso e risata riflettono l’attivazione di diverse aree cerebrali, anche in riferimento al contesto e allo stato emotivo che li suscitano.

La funzione della risata positiva

Soffermandoci sulla risata associata a emozioni molto positive attinenti alla dimensione della gioia, è evidente la funzione sociale che vi è connaturata.  Dalla prima infanzia, infatti, essa permette al bambino di richiamare l’attenzione da parte dei genitori, favorendo l’attivazione del sistema motivazionale dell’attaccamento/accudimento che è alla base di un pieno sviluppo cognitivo ed emotivo.

Nel corso della vita, la risata consente di rinsaldare legami, relazioni interpersonali e coesione tra gruppi sociali. Ridere esprime apertura verso gli altri, una condivisione che coinvolge empaticamente in momenti e situazioni a forte valenza affettiva. 

A tal proposito, evidente è la tendenza a ridere molto più frequentemente e con maggior intensità  quando ci si trova in compagnia. La risata sociale attiva molteplici aree connesse alla capacità di entrare in sintonia, leggere intenzioni e contesti e rappresentarsi situazioni e vissuti altrui. Inoltre, stimola i circuiti dopaminergici correlati a sensazioni di benessere e gratificazione.

Ridere fa bene alla salute

Una sana risata determina effetti favorevoli anche sul piano fisico. Durante la risata, infatti, si rilasciano endorfine e la portata respiratoria è più ampia, pertanto, l’ossigenazione risulta migliore e i muscoli si distendono, così come rallenta la frequenza cardiaca. Ciò genera uno stato di rilassamento generalizzato accompagnato da sensazioni di euforia e da sostanziale serenità. Vi sono evidenze rilevanti rispetto alle ricadute sul sistema immunitario e sull’attenuazione della percezione soggettiva del dolore. A livello ormonale,  ridere contribuisce a contenere la produzione di cortisolo, ormone coinvolto nelle reazioni psicofisiche allo stress e, al contrario, favorisce la produzione di melatonina, responsabile della regolazione dei ritmi sonno-veglia.

Tra gli altri benefici, l’abbassamento della pressione, l’incremento dell’ossigenazione del sangue e un buon allenamento dei muscoli del viso. Nella risata si attivano circa 12 muscoli facciali e si sollecitano quelli delle spalle, dell’addome e il diaframma. 

Dunque, concediamoci più spesso una risata  e avremo più energie in circolo per affrontare la vita.

Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo- costruttiva; neuropsicologia e psicologa forense

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