Che cos’è il calcio ionizzato e perché si esegue l’esame per misurare il suo livello nel sangue?
La maggior parte del calcio presente nell’organismo si trova all’interno delle ossa ed è circa il 98% di quello presente. Il calcio totale a sua volta si suddivide in calcio ultrafiltrabile, cioè quello che attraversa le membrane semipermeabili; e quello non ultrafiltrabile cioè quello legato alle proteine.
Del calcio ultrafiltrabile la maggior parte è rappresentata dal calcio ionizzato o anche detto libero. Bisogna ricordare che non è ancora la vera componente biologicamente attiva poiché a sua volta è legato elettrostaticamente a ioni quali sodio, cloro etc. Questa forma è quella che svolge un ruolo critico nella regolazione della contrattilità cardiaca e muscolare, nonché nella trasmissione nervosa.
Il calcio ionizzato è il 35-40% del calcio totale presente nell’organismo e rappresenta la sua forma fisiologicamente attiva.
L’esame è prescritto dal medico quando:
• si riscontrano dei livelli di proteine alterati (solitamente si associano a patologie come la sindrome nefrosica, il mieloma multiplo, l’insufficienza renale cronica);
• ci sono alterazioni dell’equilibrio acido-base;
• in presenza di concentrazioni anomale di calcio;
• per valutare la concentrazione di calcio prima di interventi che prevedono trasfusioni sanguigne rapide;
• in pazienti che presentano condizioni cliniche critiche e nei neonati.
Cosa significa il risultato dell’esame?
Livelli di calcio ionizzato più bassi della norma si associano a patologie renali o condizioni cliniche critiche.
Livelli di calcio ionizzato più alti della norma si associano a eccesso di vitamina D, iperparatiroidismo primario, tumore paratiroideo ectopico o altre tipologie di tumore maligno.
Come si esegue l’esame?
L’esame si esegue con un prelievo di sangue.
Sono previste norme di preparazione?
Si consiglia di digiunare nelle 6-8 ore precedenti all’esame.
È possibile consultare le norme di preparazione nella pagina dedicata del sito.
Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.