Malattie ortopediche, patologie della cartilagine e dei tendini sono in costante aumento. Personalizzare percorsi di cura e offrire terapie sempre più all’avanguardia ed efficaci diventa sempre più importante. Grazie al supporto della robotica, dell’Intelligenza artificiale e l’uso di algoritmi, in Humanitas Mater Domini, l’impianto di protesi di ginocchio e anca per ogni paziente è personalizzato nell’ordine del millimetro, con l’obiettivo di garantire un recupero sempre più veloce ed efficace.
Intelligenza Artificiale per le protesi di ginocchio: la robotica a supporto dei medici
L’innovativo percorso, che vede la robotica affiancare gli specialisti dall’analisi pre-operatoria all’intervento è studiato per rispondere in modo sempre più personalizzato alle esigenze del singolo paziente e garantire un recupero più rapido ed efficiente, ed è frutto del lavoro sinergico tra medici, Robotica e Intelligenza Artificiale: nella pianificazione preoperatoria, il robot in “camice bianco” che affianca il chirurgo ortopedico permette di sfruttare il supporto di sensori e strumenti chirurgici collegati a software 3D per un’analisi dettagliata del movimento del ginocchio e la ricostruzione tridimensionale dell’anatomia delle superfici di tibia e femore. Il robot aiuta ad essere ancor più precisi nel posizionamento della protesi e questo rende più confidente l’impianto, con possibilità di durata maggiore nel tempo. L’intervento risulta estremamente personalizzato sul singolo paziente oltre che mininvasivo.
Nella fase operatoria, invece, l’analisi scientifica dei dati anatomici, di movimento e di stabilità dell’articolazione potenzia la precisione del chirurgo nel posizionamento della protesi.
Tutto questo si traduce in un più rapido recupero postoperatorio del paziente, che dopo poche ore dall’intervento può muovere il ginocchio e, dal giorno seguente, camminare.
Un navigatore computerizzato per le protesi d’anca: interventi personalizzati nell’ordine del millimetro
L’intervento di protesi d’anca si esegue con il supporto di un sistema di navigazione computerizzato che, grazie all’algoritmo di calcolo di cui è dotato, restituisce al chirurgo ortopedico dati oggettivi sulle dimensioni e sull’orientamento che le componenti protesiche dovranno rispettare per garantire un impianto estremamente personalizzato sull’anatomia del paziente.
Grazie all’integrazione delle immagini dell’articolazione acquisite nelle fasi pre e intraoperatorie, la tecnologia permette allo specialista di studiare con maggior precisione la morfologia del paziente, identificare le componenti protesiche più adeguate e vedere in anticipo l’esito dell’intervento. Il tutto senza inserire sul bacino e sulla gamba tracker metallici caratteristici, invece, dei sistemi di navigazione tradizionali.
Oggi, la precisione del chirurgo ortopedico viene potenziata dalla tecnologia, traducendosi in diversi vantaggi per il paziente: dalla riduzione del rischio – già raro – di lussazione post-operatoria ad una maggior stabilità muscolare, fino all’aumento della durata dell’impianto. Non solo. Anche una migliore confidenza con l’articolazione protesizzata e un più preciso controllo delle lunghezze degli arti
Uno sguardo al futuro della ricerca ortopedica
Questi sono solo alcuni degli esempi di come dietro ad ogni cura ci sia la Ricerca. Sulle patologie osteoarticolari, medici e ricercatori di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano ogni giorno per trovare nuovi trattamenti e cure.
La futura sfida sarà quella di usare il robot anche in altri tipi di intervento (ad esempio, le osteotomie) mirati a correggere deformazioni che altrimenti porterebbero a degenerazioni cartilaginee e artrosiche oltre che rendere le procedure sempre meno invasive e traumatiche, con lo sviluppo di tecniche operatorie sempre più attente alle strutture anatomiche.
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