Si tratta di una complessa articolazione che è localizzata tra la parte superiore del braccio e l’avambraccio. Consente la flessione e l’estensione di quest’ultimo rispetto alla parte superiore del braccio, nonché la rotazione sia dell’avambraccio che del polso.
Che cos’è il gomito?
È un’articolazione costituita dalle estremità dell’omero (nella parte superiore del braccio) e di ulna e radio (nell’avambraccio). Nello specifico, l’estremità dell’omero si suddivide in due parti: la troclea (nella parte interna) e il capitello (esternamente). La prima entra in contatto con l’ulna, mentre il secondo si articola con il radio.
Le superfici ossee del gomito sono ricoperte da un sottile strato di cartilagine. L’articolazione è anche circondata da una capsula con funzione, al contempo, rinforzante e lubrificante. Il liquido prodotto dalla membrana sinoviale della capsula va difatti a riempire gli spazi vuoti fra le ossa – riducendo le forze di attrito – mentre l’estesa rete di legamenti che vanno a circondare la capsula consentono al gomito di mantenere stabilità e di sopportare gli stress meccanici. I legamenti collaterali radiale e ulnare collegano e mantengono in posizione il radio e l’ulna, mentre il legamento anulare mantiene unite le ossa dell’avambraccio. Nel loro insieme esse consentono i movimenti, scongiurando la lussazione dell’articolazione.
A cosa serve il gomito?
Esso consente movimenti di flessione ed estensione dell’avambraccio, con un raggio di azione di circa 180°. Permette inoltre la rotazione del radio, che – a sua volta – rende possibili i movimenti di pronazione e supinazione di polso e mano. I suoi movimenti sono comunque molto limitati dall’anatomia dell’ulna e dalla compressione dei tessuti molli che vanno a circondare l’articolazione nella fase di flessione.
Vicino al gomito originano o si inseriscono anche molti muscoli. Tra questi, ne sono inclusi sei che controllano la fase di estensione della mano e delle dita; esse possono stressarsi a tal punto da scatenare l’epicondilite (conosciuta anche come “gomito del tennista”), un disturbo che in numerosi casi può essere risolto con il riposo.