L’Ondansetron ha un’azione inibitoria della serotonina, una molecola presente nel cervello che può provocare nausea e vomito.
A cosa serve Ondansetron?
L’Ondansetron è impiegato nella prevenzione della nausea e del vomito associati alla chemioterapia, alla radioterapia e agli interventi chirurgici.
Come si assume l’Ondansetron?
L’Ondansetron di norma si assume per via orale sotto forma di compresse, compresse solubili o soluzione. La prima dose di solito si assume 30 minuti prima della chemioterapia, 1 o 2 ore prima della radioterapia, o un’ora prima del trattamento chirurgico. Talvolta, è possibile somministrare da 1 a 3 dosi al giorno di Ondansetron durante l’intera durata della radio- o chemioterapia e per 1 o 2 giorni al termine del trattamento.
Fra i potenziali effetti collaterali dell’Ondansetron si segnalano:
- costipazione
- debolezza
- febbre
- mal di testa
- sonnolenza
- stanchezza
É consigliabile rivolgersi immediatamente al proprio medico curante in tutti i casi in cui il trattamento sia associato a:
- agitazione
- allucinazioni
- battito cardiaco rallentato, accelerato o irregolare
- capogiri, sensazione di avere la testa leggera o svenimenti
- confusione
- convulsioni
- difficoltà a respirare o difficoltà a deglutire
- dolori al petto
- febbre
- fiato corto
- gonfiore di occhi, volto, labbra, lingua, gola, mani, piedi, caviglie o polpacci
- muscoli rigidi o tic
- nausea, vomito o diarrea
- orticaria
- perdita della coordinazione
- perdita di conoscenza
- problemi alla vista
- prurito
- rash
- sudorazione eccessiva
Controindicazioni e avvertenze sull’utilizzo dell’Ondansetron
Sarebbe buona norma informare il medico prima di assumere Ondansetron nei seguenti casi:
- di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a qualsiasi altro farmaco, soprattutto se si tratta di alosetron, dolasetron, ganisetron o palonosetron;
- nel caso in cui si stia assumendo apomorfina;
- dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno assumendo, menzionando in particolare anticonvulsivanti, Claritromicina, Eritromicina, Fentanil, Litio, antiaritmici, psicofarmaci, farmaci contro l’emicrania, Blu di Metilene, Mirtazapina, MAO inibitori, Moxifloxacina, SSRI e Tramadolo;
- se in passato si ha sofferto, o ancora si soffre di sindrome del QT lungo o di altre anomalie del battito cardiaco, di carenze di magnesio o potassio, di scompenso cardiaco o di malattie epatiche, oppure se una di tali patologie in passato ha affetto uno dei propri familiari;
- si è in stato di gravidanza o si pratica l’allattamento naturale al seno;
- se si soffre di fenilchetonuria.