Come comprendere le cause dell’emicrania? Per capire quale sia il percorso di cura più corretto è necessaria una visita neurologica durante la quale lo specialista raccoglie le informazioni sulle caratteristiche del disturbo, ad esempio il tipo di dolore, la frequenza del mal di testa, il ritmo sonno-veglia, lo stile di vita, eventuali altre malattie, ecc. Successivamente, lo specialista esegue un esame neurologico.
Possono essere necessari anche alcuni esami di approfondimento:
- Esami di laboratorio per evidenziare la presenza di alterazioni o carenze che possono facilitare gli episodi di cefalea, come la valutazione del livello di ferro, di magnesio, di vitamina D, un’alterazione della funzione tiroidea, una condizione di ipertensione
- Esami strumentali che evidenziano un’alterazione strutturale a livello cerebrale. Si tratta della Tomografia Assiale Computerizzata, della Risonanza Magnetica dell’encefalo e della angio-RM per studiare i vasi cerebrali
- Altre visite ed esami specialistici per identificare una possibile causa “extra-neurologica”
Emicrania: quali sono i trattamenti?
Esistono 3 livelli di trattamento:
- Primo livello. Si tratta di un cambiamento comportamentale e consiste nell’evitare le situazioni che si identificano come possibili fattori scatenanti. Ad esempio se si valuta che la carenza di sonno può causare la cefalea, si deve correggere il comportamento tentando di dormire a sufficienza. Ulteriori cause possono essere la fame oppure la tensione emotiva. Non sempre questi fattori sono presenti e a volte non è facile evitarli
- Secondo livello. Si tratta di assumere dei farmaci sintomatici all’inizio dell’attacco, che includono i comuni anti-infiammatori oppure i triptani (farmaci specifici per l’emicrania)
- Terzo livello. La terapia di profilassi. Nel caso in cui la condizione diventi frequente (cioè gli episodi di cefalea superano 2-3 volte al mese) e rischi di diventare cronica, possono essere utilizzati, oltre ai sintomatici, dei farmaci per ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi. Le terapie di profilassi vengono applicate per alcuni mesi con modalità variabili in funzione del tipo di trattamento.
Soffro di emicrania, come devo comportarmi?
Il primo consiglio è di monitorare l’andamento dell’emicrania attraverso un diario, nel quale registrare l’occorrenza e le caratteristiche degli episodi di cefalea in un mese. Questo strumento è utile anche per lo specialista che, sulla base della numerosità e delle caratteristiche degli attacchi, può definire un corretto trattamento e percorso di cura.
“Se l’emicrania interessa le donne, potrebbe essere legata alla vita ormonale: in questi casi, si può richiedere la collaborazione con il ginecologo. La prima manifestazione, infatti, avviene spesso in occasione del menarca e, successivamente, può sopraggiungere in un momento specifico del ciclo oppure in gravidanza. La patologia può attenuarsi significativamente dopo la menopausa. L’emicrania oppure la cefalea, se frequente e cronica, può peggiorare anche il tono dell’umore e creare stati d’ansia. In tutti questi casi può essere utile la collaborazione con uno psicologo e può essere necessario l’uso di una terapia farmacologica specifica che aiuti a risolvere questo circolo vizioso”, conclude il professore Maurizio Versino, neurologo di Humanitas Mater Domini.