In medicina si parla di “varismo” e “valgismo”, ma sono più comunemente conosciute come ginocchia del “fantino” o a “X”. Se non trattate correttamente e in tempo, possono causare danni all’articolazione e richiedere l’impianto di protesi di ginocchio. Approfondiamo l’argomento con il dottor Fabio Zerbinati, Responsabile Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Mater Domini.
Varismo e Valgismo: cosa sono?
Il varismo e il valgismo sono due malformazioni congenite causate dal disallineamento del femore o della tibia che genera un distanziamento anomalo tra le ginocchia.
Nel caso di varismo, la distanza tra le articolazioni è maggiore rispetto alla norma, provocando un’asimmetria delle gambe spesso tipica dei fantini o dei calciatori professionisti.
La deformità causata dal valgismo, invece, porta le ginocchia ad essere maggiormente ravvicinate tra loro, tendendo verso l’interno, in una posizione quasi ad “X”.
Varismo e Valgismo: un problema solo estetico?
“No, il problema può non essere solo estetico. A seconda della gravità della malformazione, si può avere difficoltà a camminare, provare dolore e presentare gonfiore alle ginocchia. Nelle forme più gravi, se non trattate nel tempo, i due disturbi possono portare anche all’artrosi del compartimento esterno o interno del ginocchio (a seconda del tipo di malformazione) e favorire la degenerazione della cartilagine tra rotula e femore”, spiega il dottor Zerbinati.
Nei casi in cui l’articolazione risulti gravemente danneggiata e il dolore resista alle terapie farmacologiche, fisiche o infiltrative, a seguito di una visita e valutazione approfondita, lo specialista può consigliare l’impianto di protesi di ginocchio.
Protesi di ginocchio: un trattamento chirurgico che fa ancora paura?
“Molto spesso, i pazienti con artrosi o malformazioni quali Varismo e Valgismo in forme gravi si rivolgono ad uno specialista quando ormai dolore e gonfiore hanno influenzato la loro qualità di vita. La causa che porta a rimandare il confronto con il chirurgo ortopedico e quindi l’intervento, aggravando i sintomi, è la paura di un recupero lento e di un decorso post-operatorio doloroso”, afferma il dottor Zerbinati.
Oggi la tecnologia ha permesso di fare salti in avanti in termini di minor impatto sulla qualità della vita, rendendo gli interventi e i trattamenti riabilitativi sempre più personalizzati, garantendo un recupero più rapido ed efficiente e riducendo i dolori post-operatori.
È il caso dell’innovativo percorso di cura attivato in Humanitas Mater Domini per colore che necessitano dell’impianto di protesi di ginocchio. Unico in Lombardia, il percorso è frutto del lavoro sinergico tra medici, Robotica e Intelligenza Artificiale: in tutte le fasi, infatti, gli specialisti sono supportati da due robot.
“Grazie ai robot Navio e Hunova, il chirurgo ortopedico e i fisioterapisti lavorano su basi di dati e ricostruzioni anatomiche tridimensionali sempre più precise e approfondite. Questo permette di rendere l’intervento e i trattamenti riabilitativi equivalenti a prodotti di alta sartoria, estremamente personalizzati e su misura di ogni paziente.
Tutto questo si traduce in un rapido ritorno alla vita quotidiana: lo stesso giorno dell’intervento, il paziente può muovere il ginocchio, il giorno seguente camminare, dopo circa 5 giorni essere dimesso e dopo sole 2 settimane abbandonare le stampelle”, conclude il dottor Zerbinati.
Informazioni utili
In Humanitas Mater Domini la visita ortopedica è eseguita in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale e in regime privato.