L’apnea notturna consiste nell’interruzione della respirazione durante il sonno per almeno 10 secondi consecutivi. Tende a ripetersi nella notte provocando un sonno frammentato, poco ristoratore e spesso si associa al russamento.
Insonnia, stanchezza e mal di testa sono solo alcuni dei sintomi di chi soffre di apnee. Questi disturbi possono anche influenzare la vita quotidiana, soprattutto sulla sua qualità. In particolare, sembra esserci una stretta correlazione tra disturbi del sonno e mal di testa (cefalea). Ne parliamo con il dottor Alessandro Bianchi, specialista in otorinolaringoiatria di Humanitas Mater Domini.
“Nella letteratura è evidente come una scarsa ossigenazione del cervello, legata alle continue interruzioni della respirazione, sia alla base dell’insorgenza di cefalea mattutina cronica, spesso presente nelle persone che soffrono di apnee notturne. Occorre valutare il possibile rapporto tra sonno e cefalee: spesso il miglioramento del dolore può contribuire a migliorare la qualità del sonno e, per contro, un sonno migliore e non frammentato, favorisce una riduzione dei sintomi del mal di testa”, spiega lo specialista.
Scarsa ossigenazione e ansia: esiste una relazione?
La scarsa ossigenazione del sangue (possibile causa di cefalea) può spiegare il disturbo d’ansia e la depressione, spesso collegati all’apnea del sonno. Secondo alcuni studi, infatti, chi soffre di apnee ostruttive del sonno ha maggiore rischio di manifestare disturbi dell’umore.*
Non sarebbe solo la scarsa ossigenazione a favorire disturbi della psiche, ma lo stesso stato di sonnolenza e stanchezza diurna: diversi studi evidenziano come la sonnolenza diurna possa portare ad alterazioni dell’umore. La scarsa ossigenazione, inoltre, provoca cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello, con conseguente possibilità di manifestare ansia e depressione.
Ansia e insonnia: influenza reciproca?
A ripercuotersi sulla psiche anche la quantità di neurotrasmettitori come serotonina e noradrenalina, che contribuiscono a regolare lo stato di sonno-veglia e l’umore. Un sonno disturbato può provocare, infatti, un deficit di questi neurotrasmettitori, con conseguenze negative sull’umore.
L’ansia, quindi, è una possibile conseguenza delle apnee del sonno, ma può essere anche motivo di insonnia e apprensione, peggiorando così la qualità del sonno.
“Si può affermare che le persone che soffrono di cefalea o di disturbi dell’umore possono sviluppare delle problematiche del sonno. Diagnosticare l’apnea del sonno attraverso una polisonnografia può essere il primo passo per la sua prevenzione e per evitare che il problema abbia conseguenze negative anche sulla qualità della vita”, conclude lo specialista.
*Lancet Respir Med. 2015 Apr;3(4):310-8.doi: 10.1016/S2213-2600(15)00043-0. Epub 2015 Feb 12. Prevalence of sleep-disordered breathing in the general population: the HypnoLaus study R Heinzer , S Vat , P Marques-Vidal , H Marti-Soler , D Andries , N Tobback , V Mooser , M Preisig , A Malhotra , G Waeber , P Vollenweider , M Tafti , J Haba-Rubio
J Clin Sleep Med. 2015 Feb 15; 11(2): 165–175. Published online 2015 Feb 15. doi: 10.5664/jcsm.4466 Obstructive Sleep Apnea and Psychiatric Disorders: A Systematic Review Madhulika A. Gupta, MD, FAASM and Fiona C. Simpson, HBSc
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