Un dolore simile a una scossa che attraversa il viso, magari mentre si lavano i denti, ci si rade o anche semplicemente si parla. Potrebbe essere la nevralgia del nervo trigemino, ossia il nervo presente in entrambi i due lati del cranio che trasmette al cervello le informazioni percepite dal volto.
La nevralgia del trigemino è una patologia che interessa in particolar modo i pazienti di età superiore ai 50 anni, in particolare le donne. Inizialmente, si presenta con attacchi brevi e non eccessivamente invalidanti ma, con il passare del tempo, tende a peggiorare come frequenza e dolore.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Zefferino Rossini, neurochirurgo di Humanitas Mater Domini e Humanitas Research Hospital.
Nevralgia del trigemino: i sintomi
La nevralgia del trigemino interessa il volto e provoca fitte dolorose che possono durare alcuni secondi, pochi minuti oppure ripresentarsi per giorni o per mesi, diventando croniche. Il dolore interessa abitualmente la parte del volto relativa al nervo coinvolto. Le parti del viso più colpite sono denti, gengive, labbra, mascella e guance.
Il sintomo principale della nevralgia del trigemino è un dolore acuto simile a una scossa. Si può manifestare come una lieve fitta occasionale oppure può essere intenso e spontaneo o essere correlato a specifici gesti. Ad esempio, può manifestarsi in seguito ad azioni quotidiane molto comuni come toccarsi il viso, parlare, masticare, lavarsi i denti, sorridere, radersi, truccarsi.
Può manifestarsi anche a causa di condizioni esterne come il vento, le vibrazioni, l’aria condizionata, oppure dopo una camminata.
Il continuo dolore può causare a sua volta stati depressivi, tendenza all’isolamento e perdita di peso, poiché il dolore può interferire significativamente con la qualità della vita di chi ne soffre.
Nevralgia del trigemino: le cause
La nevralgia del trigemino “classica” è associata alla presenza di una compressione del nervo trigemino da parte di un’arteria o una vena intracranica.
Meno frequentemente, nella forma secondaria è legata alla presenza di patologie come l’ictus, la sclerosi multipla o un tumore intracranico.
Più rara, invece, è la forma idiopatica, cioè una nevralgia del trigemino in cui non si rileva nessuna delle cause sopra citate.
Diagnosi della nevralgia del trigemino
La valutazione clinica da parte del Neurochirurgo o del Neurologo specialista in dolori orofacciali e cefalee è essenziale per l’inquadramento diagnostico.
In seguito, sarà necessario eseguire una Risonanza magnetica encefalo con e senza mezzo di contrasto e con sequenze specifiche per i nervi (es. CISS, FIESTA) per valutare la causa.
A giudizio clinico, è possibile prescrivere esami di secondo livello (es. esame neurofisiologico di PEM, PESS, Blink Reflex, tLEPs).
Nevralgia del trigemino: le terapia
Per curare la nevralgia del trigemino, il primo approccio avviene con la terapia farmacologica. Si prescrivono farmaci antiepilettici e antidepressivi. Se la terapia farmacologica non è sufficiente a controllare il dolore o la dose assunta provoca effetti collaterali (nausea, confusione mentale, rallentamento ideomotorio, tossicità metabolica), lo specialista può valutare il ricorso alla chirurgia o alla radiochirurgia.
I trattamenti più comuni sono:
- la termorizotomia percutanea con radiofrequenze, che prevede la diffusione di calore prodotto da radiofrequenze al fine di distruggere le fibre dolorifiche del nervo
- la radiochirurgia con Gamma Knife che focalizza un’alta concentrazione di raggi gamma sul nervo
- la microdecompressione vascolare, un intervento di microchirurgia che comporta lo spostamento dal nervo del vaso sanguigno che esercita la pressione attraverso l’inserimento di un frammento di muscolo, oppure materiale sintetico, tra nervo e vaso.